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2013/1

Olimpiade è un periodo di quattro anni che si conclude con i Giochi Olimpici. I primi sono stati quelli del 776 a.C., ma nel 393 l’imperatore Teodosio I, persuaso da Ambrogio, vescovo di Milano, interruppe una tradizione di mille anni, ritenuta pagana e falsata da intollerabili corruzioni.

Ai nostri tempi, la prima Olimpiade che non si concluse con i Giochi Olimpici, previsti a Berlino per il 1916, fu la sesta. La Germania aveva battuto la concorrenza di Alessandria d’Egitto e di Budapest. L’organizzazione dei giochi andò avanti a lungo, dal momento che nessuno si immaginava che la Prima guerra mondiale si sarebbe protratta per tanto tempo.

La successiva Olimpiade, la settima, si concluse nel 1920 ad Anversa, in Belgio. Anche Roma si era candidata perché aveva vinto i Giochi Olimpici del 1908, ma aveva dovuto rinunciare per l’eruzione del Vesuvio che nel 1906 mise in ginocchio il paese. Furono esclusi dai Giochi Olimpici i paesi sconfitti nella Prima guerra mondiale: Germania, Austria, Ungheria, Bulgaria e Turchia.

Aumentarono di molto le gare di tiro, con diciannove medaglie, al punto che circolava una battuta: “Si è sparato più ad Anversa che non in tutta la guerra mondiale”. La squadra di pallanuoto italiana si rifiutò di terminare la prima partita perché l’acqua era troppo fredda.

Anche la dodicesima Olimpiade non si concluse con i Giochi Olimpici, previsti a Tokyo nel 1940. Per ricordarli, alcuni prigionieri li organizzarono nel campo di prigionia di Landwasser, vicino a Norimberga. I cinque cerchi furono realizzati con filo di ferro. Le medaglie furono ritagliate nel cartone e le coppe vennero ricavate dalle gavette. Non si disputò la scherma perché le armi erano vietate ai prigionieri. Eliminato anche il salto con l’asta perché sarebbe stato interpretato come un tentativo di fuga. Il lancio del peso divenne, come in origine, il lancio di una pietra. Le partite di pallavolo si disputarono tra le lenzuola stese ad asciugare. Gli inni nazionali furono suonati con una fisarmonica a bocca. Nessuna nostalgia per la fiamma olimpica da Atene, introdotta, tra l’altro, proprio da Hitler.

Qualcosa di simile avvenne anche per la tredicesima Olimpiade, quella che avrebbe dovuto concludersi con i Giochi del 1944, ufficialmente assegnati a Londra. Stavolta, sempre i prigionieri li organizzarono nel campo di Woldenberg. Le gare di pugilato vennero sospese perché erano troppo pericolose per persone stremate dalla fame. La corsa della rana, punizione inflitta dai carcerieri alle persone indisciplinate, si trasformò in una gara speciale.

La ripresa avvenne nel 1948 a Londra dove i Giochi Olimpici incontrarono molte difficoltà, fame compresa. Furono approntate soluzioni economiche. Le gare di nuoto si svolsero nel Tamigi. Gli atleti alloggiavano in capannoni militari. Danimarca e Olanda spedirono quasi mezzo milione di uova. Anche stavolta i paesi aggressori, Germania e Giappone, furono esclusi dai Giochi. L’Italia fu salvata dall’armistizio dell’8 settembre 1943. Sorte diversa succederebbe a Milano casomai fosse prescelta come sede dei Giochi Olimpici. Sant’Ambrogio rilancerà il suo anatema. Saranno gli ultimi.