Articolo 3

31/05/2022 Zenia Simonella

Inclusione delle persone con disabilità: inefficienze sì, ma il primo ostacolo è culturale

Nei giorni scorsi la Corte dei Conti ha denunciato inefficienze nella gestione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili, uno strumento istituito più di vent’anni fa per favorire la loro assunzione. Se è vero che emergono inefficienze da parte dello Stato, d’altro canto, le organizzazioni che vogliano inserire le persone con disabilità possono già farlo, lavorando innanzitutto su stereotipi e pregiudizi, primi veri ostacoli all’inclusione.

 

Con la deliberazione dell’11 maggio 2022[1] la Corte dei Conti ha fornito un quadro articolato relativo alla gestione del Fondo per il diritto al lavoro dei disabili nel periodo 2014-2021.

Il Fondo è stato istituito con la legge 68/99 al fine di incentivare, attraverso la concessione di sgravi contributivi a favore dei datori di lavoro, l’assunzione di persone con disabilità fisiche e psichiche gravi. Esso viene alimentato dalle entrate derivanti dai contributi versati dai datori di lavoro per l’esonero dall’obbligo e dai versamenti effettuati da privati a titolo spontaneo e solidale.

Il documento è molto esteso, ma qui vogliamo riportare i due punti principali.

Il primo: dall’analisi dei dati sull’assunzione delle persone con disabilità gravi emerge che l’andamento è ondivago e, pur tenendo conto dei vari fattori che possono aver influenzato i risultati, il numero medio di assunzione per ogni datore di lavoro è parecchio lontano da quelli previsti dagli obblighi di legge. Il Fondo, che si basa su un meccanismo di coordinamento tra Ministero dell’Economia e delle Finanze, INPS, Regioni e centri di collocamento, non sembra funzionare adeguatamente, anche in relazione all’acquisizione e alla gestione delle informazioni, che risultano carenti. La Corte dei Conti denuncia quindi la mancata concertazione tra le parti nella gestione del Fondo, invitando a rafforzarne i meccanismi di coordinamento per renderlo più efficace.

Il secondo: l’Osservatorio nazionale sulla condizione delle persone con disabilità, istituito nel 2019, con compiti sia di natura consultiva sia di supporto tecnico-scientifico, si è riunito in media due volte l’anno, e ancor meno nel corso della pandemia (mentre il Comitato istituito al suo interno ha per la verità continuato a operare e si è riunito con frequenza trimestrale). Peraltro, l’Osservatorio è stato investito di un compito molto importante, ossia la predisposizione di un programma di azione biennale per la promozione dei diritti e l’inserimento delle persone con disabilità, nel quale è prevista la costruzione di un database sul collocamento mirato, a questo punto necessario per sopperire a quella carenza di informazioni di cui si palava. La Corte dei Conti, quindi, invita ad accelerare su quest’ultimo aspetto per rafforzare il ruolo che il Fondo può avere nel favorire la circolazione delle informazioni volte poi al sostegno del collocamento mirato. 

Se è vero che emergono inefficienze da parte dello Stato, a tutti i livelli, in relazione alla gestione del Fondo, d’altra parte non dobbiamo dimenticare che le politiche e le pratiche organizzative per accomodare l’ambiente di lavoro e includere le persone con disabilità sono molteplici, e per lo più conosciute[2]. Quindi, le organizzazioni che vogliano inserire le persone con disabilità possono già farlo, lavorando sia su tutto il ciclo delle risorse umane (a partire dal reclutamento e dalla selezione, dove emergono i primi ostacoli), sia sulla cultura e il clima organizzativo: la paura legata alla non conoscenza della disabilità, l’attenzione più a ciò che il candidato non è in grado di fare in quanto dis-abile, e gli stereotipi connessi[3] sono i primi veri nemici del loro inserimento.

Certo, avere più coordinamento fra gli attori in gioco a proposito della Legge 68/99 è fondamentale per i datori di lavoro, che soffrono della frammentarietà dell’azione e della dispersione delle informazioni; ma, nel frattempo, è importante che si provino a superare le barriere con gli strumenti manageriali e le occasioni di apprendimento che abbiamo già a disposizione al fine di accelerare il processo di inclusione delle persone con disabilità nel mondo del lavoro. 



[1] «La gestione del fondo per il diritto al lavoro dei disabili (2016-2021)», Corte dei Conti, deliberazione 11 maggio 2022, n. 9/2022/G.

[2] Ne abbiamo parlato anche nel Dossier 2021/4 di Economia&Management. Gli studi e i documenti sul tema sono numerosi, per non parlare di eventi e iniziative dedicati all’argomento

[3] Ne abbiamo parlato con Consuelo Battistelli di IBM sul nostro blog: «Neurodiversità fa rima con flessibilità: il caso IBM», E&MPlus, 27 novembre 2021.

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