Economia & Mercati
A cura di Donato Masciandaro e Gianmarco Ottaviano
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Trump, il dollaro e l’euro
All’indomani dell’inizio del secondo mandato di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti, i riflettori si sono accessi sulle prospettive del dollaro, con i conseguenti riflessi sull’economia mondiale. Dal punto di vista dell’analisi congiunturale, il dollaro si è apprezzato, anche alla luce delle politiche tariffarie prima annunciate e poi messe in campo dal neo presidente. I riflessi sull’euro? Il deprezzamento della nostra valuta significa un aumento dei rischi di inflazione. E’ una eventualità che a Francoforte hanno ben presente, ma che al momento non sembra preoccupare; ...
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Il futuro economico dell’Italia: che cosa ci dicono le esportazioni.
Da un punto di vista finanziario, che le esportazioni superino le importazioni o che piuttosto valga il contrario è in generale irrilevante. Le esportazioni sono beni e servizi in eccesso che non trovano sbocco nel mercato nazionale e che i nostri partner commerciali sono così gentili da accettare in cambio di altri beni e servizi che non abbiamo a sufficienza. Quando le esportazioni superano le importazioni, facciamo credito ai nostri clienti esteri. Nel caso opposto, ci stiamo indebitando con loro. Alcune volte conviene fare la prima cosa, altre volte la seconda. Se alla fine i debiti si saldano, ...
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La macroeconomia virale: Trump, la FED e i sentimenti
Ogni volta che Wall Street sale sull’ottovolante, c’è sempre qualcuno che evoca lo spettro di una recessione virale. Ma c’è da aver paura delle recessioni virali? E che ruolo può giocare la Fed per ridurre tale rischio? Innanzitutto, di cosa stiamo parlando? Pascoli direbbe di qualcosa di nuovo, anzi di antico. Perché il fenomeno della recessione virale possiamo descriverlo proprio come una miscela tra tradizione e innovazione. Il fattore tradizionale è rappresentato dal ruolo dei sentimenti – o credenze, o percezioni – che nella analisi macroeconomica furono introdotti da John ...
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Mercato europeo dei capitali, il decennio perduto e la sveglia di Draghi
Borse europee esuberanti, ma è una rondine che non fa affatto primavera. Anzi: se politici e burocrati non si svegliano, l’Unione, di fronte alla sfida delle “Tre De” – deglobalizzazione, denatalità, decarbonizzazione – perderà l’occasione storica di creare, quando ne ha più bisogno, il mercato europeo dei capitali. Visto che se ne parla dal 2015, abbiamo già perduto un decennio. Le borse valori stanno vivendo un anno memorabile, con quelle europee nelle prime file: Parigi, Francoforte, Milano, Amsterdam, con la piazza italiana che ha raggiunto quotazioni che non si vedevano dalla ...
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Rotte marine e sottomarine: nel Mar Rosso il futuro del commercio globale
Siamo abituati a pensare al mercato globale come a un unico grande bazar, in cui confluiscono con grande facilità merci da tutto il mondo. Si tratta in realtà di tantissimi bazar, di tutte le dimensioni e collegati tra loro da un flusso circolare di merci. I collegamenti più importanti sono marittimi e sono davvero pochi. Per questo motivo, gli attacchi sulle navi in transito al largo dello Yemen destano preoccupazioni che potrebbero apparire esagerate considerando solo il fatto che molto pochi di essi hanno avuto effetti rilevanti. Ma andiamo con ordine: dall’inizio degli scontri tra Israele ...
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L’intelligenza artificiale, le Borse e la “Lezione di Newton”
Le borse valori sono in buona salute, ma le quotazioni “da IA” di più: nell’andamento in generale positivo dei prezzi azionari, spiccano le performance delle azioni di imprese legate alla cosiddetta intelligenza artificiale. È indubbio che le applicazioni delle tecnologie per la produzione e la distribuzione di informazione e conoscenza riassunte con il termine “intelligenza artificiale” stanno influenzando le scelte di aziende e settori, ed avranno impatti macroeconomici – ancora tutti da esplorare in modo completo e sistematico – che toccheranno la produttività ed il mercato ...
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Sanzioni occidentali e resilienza della Russia: un vicolo cieco?
Secondo l'Ufficio statistico russo, il 2023 ha visto il prodotto interno lordo crescere del 3,6%, cioè più di quanto sia cresciuta in media l’economia mondiale. I dati prodotti da Mosca vanno certamente valutati con cautela. Tuttavia, considerando che anche il FMI ha rivisto la propria stima al 3%, che l'economia russa sia cresciuta più rapidamente di quella globale non è poi così inverosimile. L’industria del petrolio e del gas è stata in prima linea nel sostenere la resilienza economica di Mosca, fornendo valuta estera al Cremlino, ampliando l’orizzonte degli scambi e, in generale, ...
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I tassi in discesa e le cinque facce della Fed
In questi mesi sui mercati finanziari sembra ripetersi sempre lo stesso “giorno della marmotta”: tutti gli analisti guardano ai dati congiunturali statunitensi per capire se è quando la FED abbasserà i tassi. E’ la faccia “macroeconomica” della FED. Ma ci sono almeno altre quattro facce che occorre monitorare: c’è quella politica e quella burocratica, poi quella psicologica, senza dimenticare, per ultima ma senza essere affatto l’ultima, quella finanziaria. Nel marzo scorso la FED ha confermato la medesima scelta di mantenere quel livello massimo del tasso di interesse di ...
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Tassazione del carbonio e competitività delle imprese: la scommessa europea
Il cambiamento climatico è un problema globale che richiede soluzioni globali. Una causa importante del fenomeno sono le emissioni di gas serra associate alla produzione ad alta intensità di carbonio. Lasciate a sé stesse, le imprese in genere non considerano l’impatto negativo delle loro emissioni sul clima quando prendono le loro decisioni di produzione. Da qui l’idea di utilizzare una tassa sulle emissioni di gas serra (nota anche come “tassa sul carbonio”), che, imponendo alle aziende un “prezzo equo” per tali emissioni, le costringe a internalizzare il danno che la produzione ...
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La “militarizzazione” della finanza tra economia e politica
Tra 26 ed il 28 febbraio dello scorso anno a Bruxelles i Paesi del G7 e la Commissione Europea varavano congiuntamente le sanzioni finanziarie contro la Russia. La geopolitica entrava in maniera improvvisa e traumatica nel disegno della politica monetaria e finanziaria. Quale bilancio possiamo stilare a oltre un anno e mezzo da quella decisione e di fronte a dichiarazioni del presidente Putin e di plutocratici oligarchi di Stato volte a negare che le sanzioni abbiano avuto effetto? L’analisi dei fatti ci mostra che, quantomeno, sono galli che cantano quando è ancora buio. Il punto di partenza ...