E&M
2019/2
Indice
Dossier: 1969, ritorno al futuro
Dossier: scienza e tecnologia
Dossier: capitale e lavoro
Dossier: diritti civili
La lunga marcia da Stonewall al mercato LGBTQ+
Dossier: sesso, droga e rock'n'roll
L’eredità di Woodstock è (a)live
Per la cannabis un business senza crisi
Visual readings
Focus: Competere in Rete e con la Rete
Le cinque regole del business in rete
Sharing economy
Imprenditorialità
Speciale 30 Anni di Economia & Management
1998-2007: le grandi trasformazioni al passaggio di millennio
L’eredità di Woodstock è (a)live
Sono passati cinquant’anni dal Festival di Woodstock e molte cose sono radicalmente cambiate nel mercato musicale. Tuttavia, quell’evento ha lasciato un’importante eredità, ancora oggi valida da diversi punti di vista. In primo luogo, ha segnato l’avvento di una struttura duale nel music business, con poche grandi imprese ( majors ) che gestiscono i principali successi e molte etichette indipendenti che curano prevalentemente gli artisti emergenti e i generi di nicchia. In secondo luogo, ha dato avvio all’epoca della fruizione esperienziale della musica, segnando l’importanza della dimensione live dell’offerta musicale e del presidio dei concerti per il successo di un artista. Il peso della fruizione esperienziale è addirittura aumentato a seguito del cambiamento tecnologico, data la riduzione del ruolo apportato dal consumo di musica registrata ai fatturati del settore. In terzo luogo, ha rappresentato l’episodio più evidente e primigenio della tensione socio-culturale provocata dall’avvento della musica rock. Tale forma di tensione culturale si è poi ripetuta varie volte e in varie forme nel corso dell’evoluzione del music business, con l’avvento di punk, grunge e hip-hop.
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