E&M
2022/1
Indice
Dossier. Introduzione
Dossier. Innovazione & tradizione
Forza e fragilità della lettura
Le prossimità delle biblioteche
La transizione digitale dei musei
Strategie di innovazione per il patrimonio museale
Dossier. L’Agenda 2030 e i territori
Welfare culturale oltre la sperimentazione
Capitali della cultura prove di futuro
Le corporate collection e performance d’impresa
Nomadismo digitale come opportunità per il turismo
Focus. Introduzione
Focus. Le imprese alla prova del Covid-19
Digital marketing
Organizzazione e People Management
Creatività in azienda tra falsi miti e buone pratiche manageriali
Sociologia economica
Saper ascoltare il silenzio: cosa ci dice la great resignation
Da che cosa fuggono i quasi 4 milioni di lavoratori che negli Stati Uniti, a partire dal mese di luglio 2021, hanno deciso di lasciare il proprio lavoro? Da situazioni di disagio, da ambienti di lavoro tossici, da orari di lavoro folli, da condizioni di burnout , ovvero di esaurimento sul piano emotivo, fisico e mentale. È come se la pandemia avesse mostrato che quei lavori considerati come desiderabili non erano poi di fatto così appaganti come sembravano o come li avevano raccontati o come volevamo illuderci che fossero. La great resignation , che non riguarda soltanto i lavoratori con salario più basso e con condizioni lavorative meno agiate, ma sta coinvolgendo anche i lavoratori delle fasce medie, nascere da una logica di tipo push, di chi viene spinto fuori da una situazione di discontento e – in fuga – preme verso l’uscita. Da questa situazione le imprese non ne escono bene, o perché non risultano così attraenti come immaginavano nel trattenere i propri dipendenti, oppure perché si scoprono ambienti di lavoro deludenti che si desidera abbandonare.
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