E&M

2021/3

Gaetano Castellini Curiel Flaminia Iacobucci

Ascesa, declino e rinascita del soft power

Per tutto il XX secolo gli Stati Uniti hanno adottato forti e mirate politiche di soft power (dalla pittura alla musica, dal teatro alla letteratura), utilizzate per valorizzare e promuovere il proprio modello culturale. Gli anni della Guerra fredda sono considerati quelli della «golden age della cultural diplomacy americana», in cui mostre, esposizioni, riviste letterarie ecc. vennero utilizzate per valorizzare e promuovere valori diversi e contrapposti a quelli sovietici. Con il termine della Guerra fredda e l’affermazione di un nuovo sistema globalizzato, la diplomazia culturale mise al centro delle politiche di soft power lo sport, in primis il basket NBA, e la diplomazia museale. Gli Stati Uniti si trovano oggi a dover fare i conti con la crescente influenza dei Paesi orientali – primi tra tutti Cina, India, Giappone e Corea del Sud – e quelli della regione del MENA. L’improvviso aumento della simpatia per gli Stati Uniti dopo l’elezione di Biden e la nomina di Kamala Harris alla Vicepresidenza, possono restituire smalto all’ american dream ed efficacia al soft power americano.

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