E&M
2005/5
Indice
Editoriale
La tribuna dei lettori
Focus forum
Che cosa pensano i leader
Doing business in China
Il mercato delle regole
Area Amministrazione e Controllo
IL D.LGS. 231/01: finalità, modelli attuativi, benefici attesi
Area Pubblica Amministrazione
Il consolidamento dei bilanci delle aziende pubbliche del servizio sanitario regionale
Area Strategia
La costruzione della mappa strategica dei campi di forze
Consolidare la crescita internazionale: il contributo di alleanze e acquisizioni
Sfide e linee guida per la crescita internazionale delle aziende familiari
Fuoricampo
Articoli
Analisi e riprogettazione di un sistema logistico distributivo
Ombre cinesi nel distretto di Prato
Trasporto merci e sviluppo sostenibile: concreta opportunità o moderna utopia?
Storie di straordinaria imprenditorialità
Fotogrammi
Ombre cinesi nel distretto di Prato
Dal 1° gennaio 2005 lo smantellamento dell’Accordo Multifibre, l’entrata della Cina nel WTO e la liberalizzazione degli scambi hanno prodotto un’inondazione di capi di abbigliamento nei mercati europei. Le merci in entrata dilagano e i prezzi sono al ribasso. Con macabra ironia, gli operatori pratesi parlano di un vero e proprio tsunami. Il distretto pratese è sottoposto a una doppia sfida a causa dello straordinario sviluppo della Cina: per la pressione competitiva cui sono sottoposte le imprese e, nello stesso tempo, per la consistente comunità di immigrati che si è insediata nel distretto, dove vive e lavora. La comunità cinese a Prato è oggi considerata una delle più consistenti concentrazioni in Europa. Difficile ipotizzare un afflusso così massiccio in assenza di potenzialità dell’economia locale. Come conseguenza, Prato è alla ricerca di un nuovo equilibrio, di un nuovo assetto sociale e urbano, mentre le istituzioni locali si trovano di fronte alla complessità di una società multietnica. Quali effetti ne possono derivare per il futuro? Molto dipenderà dalla volontà unita alla capacità del sistema produttivo e della comunità pratese di metabolizzare i migranti per trarne energia. Il prerequisito è che si instauri un circolo virtuoso, un coinvolgimento attivo fra sistema produttivo, comunità locale con le sue istituzioni e centri di formazione e di ricerca.
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