E&M
2001/6
Indice
Focus intervista
Focus Manager allo specchio
Area Intermediazione finanziaria e Assicurazioni
Fuoricampo
Area Economia
Un programma di sviluppo della mobilità delle merci più sostenibile
Professioni e competitività nel turismo: esigenze di nuova formazione
Articoli
Resistenze ed errori nel processo di delega imprenditoriale
Il Business To Consumer nel sistema arredamento: ostacoli alla diffusione e condizioni di successo
Activity-Based Costing e miglioramento di processo: potenzialità e limiti
La comunicazione finanziaria via internet delle recenti IPO italiane
Struttura finanziaria, costo del capitale e creazione di valore nelle banche italiane
Fotogrammi
Management & dintorni
Cerco casa, vendo casa, vedo gente, faccio cose
Scarica articolo in PDFCompro casa ma non spendo una lira
Molti lettori mi scrivono chiedendo se conosco un modo per comperare casa spendendo poco. La risposta è, ovviamente, affermativa. Come? Bene, è importante non avere fretta e procedere per piccoli passi. Per prima cosa bisogna prendere una casa in affitto. Idealmente, in questa fase è opportuno chiedere un prestito d’onore a una banca rispetto alla quale si formula la forte stima di bancarotta nel giro di un paio d’anni. Una volta acquisito il contratto, si cercano due coinquilini di minoranza con le seguenti caratteristiche:
a. disponibili a pagare in contanti, ma – soprattutto – a non rompere i maroni;
b. possibilmente residenti, il primo, in Australia (sempre che non si sia presa casa a Sidney, chiaro) e il secondo condannato all’ergastolo nel carcere di massima sicurezza di Pampalosa (Texas);
c. idealmente, l’uno del tutto sconosciuto all’altro;
d. senza eredi rompiballe.
Onde prevenire malsane tentazioni, in questa fase è fondamentale mantenere uno stretto controllo su alcune risorse chiave:
· i coinquilini devono contribuire alla spesa, ma non hanno diritto a utilizzare né la cucina né il frigorifero;
· i coinquilini possono utilizzare l’ascensore, ma solo se raggiungono l’unanimità nell’assemblea domestica;
· i coinquilini possono organizzare feste in casa, ma se si impegnano a portare le donne e lo stereo.
Acquisiti i due inquilini si passa a costituire una società immobiliare (CasaDolceCasa, per esempio), con cui si procede a un nuovo contratto di affitto, rispetto al quale occorre cercare due nuovi inquilini di minoranza con caratteristiche analoghe ai precedenti. In questo modo, vi troverete ad avere una prima casa controllata al 51% che controlla una seconda casa al 51%. Grazie a questa seconda casa, aprirete un terzo contratto di affitto che cederete al 49% a un gruppo di imprenditori del Nordest (non si sa mai, potrebbero aver bisogno di un pied-àterre). Con il ricavato, ripetete l’operazione fino a controllare l’ultima casa con circa l’1,5% del capitale necessario (serve replicare il tutto non più di sei volte). A questo punto, vi accorgete che non avete il telefono? Poco male, con un piccolo sforzo addizionale potete comperare tutta la Telecom.
Vendo casa
Molti lettori mi scrivono chiedendomi se è possibile fare soldi in maniera rapida e priva di rischio. La risposta è, ovviamente, affermativa. Una delle grandi opportunità che avete per fare soldi nella vita è quella di vendere una casa che non possedete. Come agire? Semplice, dopo aver acquisito una casa con il metodo proposto nel paragrafo precedente, fate finta di non capire niente di amministrazione domestica (cosa peraltro semplicissima) e cominciate a comperare pezzi di arredamento del tutto inutili. Se vi manca la fantasia, ecco alcuni suggerimenti:
· se non avete un terrazzo, acquistate un’altalena più larga della diagonale di qualunque stanza del vostro appartamento in modo da doverla per forza abbandonare in cortile o negli spazi comuni davanti all’ingresso;
· se non avete corrente elettrica è ottima l’idea di saturare la sala di frigoriferi e lavatrici. Collegate tutto a Internet e cominciate a far girare la voce che volete entrare nella new economy;
· quale che sia lo stato dell’appartamento, comperate due o tre caselli autostradali, una catena della grande distribuzione tedesca (si sa che i tedeschi non fanno domande), una squadra di calcio, cocaina come se piovesse e un’emittente televisiva da usare come garage per le lavatrici e l’amaca;
· trovatevi una donna (o un uomo) molto appariscente, possibilmente straniera (ma con origini siciliane: è fondamentale per via del made in Italy) che entri ed esca dal mar dei Carabi come se stesse passeggiando per Cernusco;
· piantate casino in assemblea condominiale perché vi legano le mani.
Come seconda mossa occorre convincere la nazione che è fondamentale indire nuove elezioni politiche. Schieratevi dalla parte dei perdenti (per essere sicuri, fategli presentare un programma in cui si dice qualcosa di concreto) e aspettate. A questo punto, il gioco è quasi fatto. Basta trovare un altro che abbia fatto la stessa cosa da un’altra parte e chiedergli se è interessato all’appartamento. Mettetevi d’accordo, poi fate la faccia dell’offeso (una cosa tipo Colaninno che sorride, tanto per intenderci) e dichiarate pubblicamente che non venderete mai. Una volta che il vostro caso sia finito sulle prime pagine dei giornali, mettetevi alle strette, denunciate paste e pastette e tornate a casa con 16 miliardi.
Compro casa, la trasformo in un garage e la rivendo come villaggio turistico
Molti lettori mi chiedono se conosco un qualche modo per aggirare le leggi vigenti sulle ristrutturazioni edilizie. La risposta è, ovviamente, affermativa. Premesso che qualunque legge sulle ristrutturazioni è, per definizione, passeggera, il consiglio è: per intanto cominciate a fare un po’ come vi pare e poi aspettate un condono. Come consiglio accessorio, per massimizzare l’impatto della propria iniziativa potrebbe essere utile:
· organizzare il tutto attraverso una società fantasma alle isole Cayman e poi, quando ce n’è l’opportunità, fate rientrare i capitali, sfruttando così un ipotetico condono sui capitali portati all’estero;
· cercare di sviluppare il vostro progetto edilizio in una zona ad alto rischio ambientale in modo da poter beneficiare di eventuali cataclismi, attraverso quelle complicità con la protezione civile che un buon cittadino non si fa mai mancare;
· alternativamente, cercare di sviluppare il vostro progetto edilizio in una zona protetta (straordinario il parco nazionale del Gran Paradiso o quello marino del Circeo), per sfruttare successivamente eventuali opzioni di condono per l’abusivismo edilizio.
Tutto ciò premesso, il modo migliore per muoversi con agilità in questo campo intricato è, innanzitutto, comperare un immobile secondo la procedura suggerita nel white paper “Compro casa ma non spendo una lira”. La destinazione d’uso non è, ovviamente, rilevante, ma sarebbe opportuno restasse generosamente sul vago, tipo “vano con funzionalità abitative che potete anche a gusto vostro aprirci una pizzeria, purché i clienti dichiarino di essere tutti amici vostri e non pretendano lo scontrino”. Fatto il primo passo, cambiate l’insegna della casa (la vostra casa non ha un’insegna? Male! Tutti sanno che una casa senza insegna è come un budino senza pantofole o, per dire, come un telefonino senza accendino), con una del tipo: “Gommista”. Dentro il tinello – a questo punto – mettete una tal concentrazione di pneumatici che se per caso vi arriva la finanza in casa può avere il sospetto che abbiate in piedi un giro di prostituzione da qui all’Alaska. Convincete il governo che state lavorando per favorire un programma di piena occupazione e ingaggiate 15 000 tra operai, impiegati e qualche bella gnocca.
Come terzo passo, diversificate (del tipo: se avete un’officina da gommista, cominciate a produrre e aggiustare termosifoni) e lanciate un finto progetto fibre ottiche (non sapete come fare? Basta prendere dei cereali, mettergli gli occhiali e sperare nel comitato di valutazione dell’Unione Europea) che vi faccia avere finanziamenti come se piovesse. A questo punto, siete pronti per la quarta fase del progetto. Con soldi rigorosamente di terzi comperate la catena Valtur e lasciate intendere che l’avete fatto non per ragioni di business, ma perché l’anno scorso siete rimasti delusi dal buffet e vi limiterete a privatizzare tutti i cuochi (ovvio che la cosa non ha nessun significato, ma solo a pronunciare la parola “privatizzazione” si cucca alla grande). A questo punto, raccolto il plauso del governo e dell’opinione pubblica, affidate a una prestigiosa società di consulenza la valutazione del grado di compatibilità tra pneumatici, termosifoni, buffet della Valtur. Quando i consulenti diranno che secondo loro non si può fare, comunicate il tutto al governo (sarà ben cambiato nel frattempo, no?) e minacciate di licenziare i 15 000 tra operai e impiegati e qualche bella gnocca. Ottenuto un piano di rottamazione del pneumatico particolarmente interessante, licenziate comunque operai e impiegati, tenetevi le belle gnocche e avviate la procedura per portarvi a casa anche voi 16 miliardi di buona uscita.