E&M

2000/5

Claudio Dematté

Come pilotare un'impresa tradizionale verso l'e-business

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L’avvento e poi il progressivo perfezionamento e potenziamento delle tecnologie Internet – ossia di quell’insieme di innovazioni che consentono di connettere e di fare dialogare in tempo reale e con modalità interattive una rete di computer (alcuni dei quali carichi di contenuti sparsi in tutto il mondo) – è il frutto di innumerevoli innovazioni sia nell’hardware sia nel software. Molte nuove imprese sono nate proprio sviluppando e sfruttando commercialmente tali innovazioni: basti pensare a Cisco (leader dei router di rete), a Netscape (che ha sviluppato il primo browser a interfaccia grafica di facile utilizzo), a Sprint o a e-Biscom (che stendono i cavi in fibra ottica che fungono da asse portante delle comunicazioni digitali) e ai tanti produttori di software applicativi che consentono di sviluppare l’una o l’altra funzione in rete (come Akamai che produce software per ottimizzare il traffico in rete) oppure le imprese che sviluppano i software per fare customer profiling on line. Altre imprese sono nate per rendere possibile l’accesso e l’uso della rete (come gli ISP, Internet Service Provider, tipo Tiscali) oppure proprio per assistere le imprese nel loro “mettersi in rete” (come le imprese di web development quali Datanord, le varie società di consulenza specializzata sui diversi versanti delle attività Internet oppure quelle che svolgono il ruolo di integratore delle diverse specializzazioni necessarie per realizzare una strategia Internet come Etnoteam). Di natura indotta sono anche le imprese che traggono la loro ragione d’essere dal bisogno degli utilizzatori della rete di orientarsi nella miriade di siti e di contenuti, o dal bisogno dei detentori dei siti di attirare verso di sé l’attenzione degli utilizzatori, come i portali, quali Yahoo! o Lycos, veri e propri motori di ricerca e attrattori di traffico.

Tutte le imprese fin qui menzionate sono nate per costruire e fare funzionare la rete: questa nuova e potentissima infrastruttura destinata a cambiare i comportamenti delle persone, i processi di acquisto, il modo di funzionare delle imprese, i rapporti fra queste, i consumatori e i fornitori, il funzionamento della pubblica amministrazione e tante altre attività. Con analogia allo sviluppo dell’energia elettrica, sono quelle che hanno costruito e stanno costruendo l’equivalente delle turbine, che hanno steso i cavi di trasmissione e di distribuzione dell’energia, che hanno costruito le dighe per la raccolta delle acque o le centrali. Non quella moltitudine di altre imprese che sono nate poi, grazie alla disponibilità diffusa dell’energia elettrica. Il potenziale di sviluppo per le imprese che concorrono nell’apprestare l’infrastruttura è enorme ed è attività che s’aggiunge a quella preesistente, non sostitutiva. Per questo i paesi più forti in quest’ambito (come gli Stati Uniti, ma anche i paesi scandinavi o la Gran Bretagna) presentano tassi di crescita dell’economia maggiori.

Per competere con successo in questo campo sono necessarie una serie di condizioni d’ambiente e una serie di scelte di impresa che non sono oggetto di riflessione in queste pagine. Sono fattori critici di successo una forte presenza nell’area coltivata fin dall’inizio (per il vantaggio del first mover); una massa critica (per l’effetto della struttura dei costi, con forti costi di impianto e bassi costi marginali); la capacità di giocare la partita degli standard e quella del bundling (aggregazione di più prodotti o più servizi) o dell’unbundling (specializzazione) secondo il momento; l’abilità nella gestione delle alleanze (posto che la presenza nelle attività di rete è un gioco competitivo di squadra).

Come già detto, le imprese di cui si è parlato fin qui sono quelle che hanno costruito l’infrastruttura Internet e che continuano a perfezionarla e potenziarla. Se Internet è l’equivalente dell’energia elettrica la cui domanda, dopo la sua scoperta, ha continuato a crescere per decenni a ritmi sostenuti – e qualcuno pensa che Internet sia molto di più dell’energia elettrica – queste imprese hanno di fronte a sé un futuro di sviluppo, dove non mancheranno crisi, mortalità, acquisizioni e fusioni: ma dove le imprese con la giusta strategia e con un buon management daranno soddisfazioni ai propri dipendenti e ai propri azionisti.

In queste pagine l’attenzione sarà posta non sulle imprese che costluiscono e fanno funzionare la rete, ma su quelle che svolgono altre attività e, trovandosi di fronte a questa nuova infrastruttura – o “enabling technology”, come viene anche definita devono valutarne gli effetti e decidere quale strategia adottare per coglierne i benefici e non subirne le conseguenze negative.

 

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