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Credito cooperativo: i perché della riforma
Le banche di credito cooperativo detengono il 7,7 per cento della raccolta diretta in Italia. La riforma varata dal governo mira a risolvere i temi degli assetti di governance e qualità del credito.
Una rottamazione avventata
Per vari motivi di metodo e di merito reputo il decreto banche popolari discutibile e dannoso. Nel metodo è mancata una seria discussione su pregi e difetti delle dieci maggiori popolari. La scelta di forzarne la trasformazione in SpA per decreto – per di più con la ‘fiducia’ – è stata improvvida. In primis, è stato mistificatorio accampare l’urgenza di un provvedimento ove neanche i ...
Popolari: la lunga strada della riforma
Nello scorso gennaio il governo è intervenuto in modo deciso e inusuale sul mondo delle banche popolari, con un decreto che impone a quelle con oltre 8 miliardi di euro di attivo totale di trasformarsi in società per azioni e dunque di abbandonare la loro originale struttura cooperativa, basata in primo luogo sul voto capitario, dunque sulla parità fra soci indipendentemente dal numero di azioni ...
L’ambizione senza radici del piano infrastrutturale
Il tema dell’investimento in infrastrutture è da qualche tempo al centro di un dibattito che coinvolge autorità di regolamentazione, operatori industriali, investitori finanziari. A fronte di un fabbisogno di infrastrutture stimato per l’Unione Europea in circa 2.000 miliardi di euro fino al 2020 e considerando i rigidi limiti imposti dal patto per la stabilità e il fiscal compact negli ...
L’industria bancaria europea fra crisi economica e ri-regolamentazione: quali strategie per il futuro?
Crisi dei mutui subprime, fallimento Lehman, crisi delle banche islandesi, bancarotta Madoff, crisi degli emittenti sovrani dell’area euro: negli ultimi quattro anni per il settore bancario europeo sembra non esserci tregua. Ogni volta che un evento traumatico di portata sovranazionale sembra allontanarsi all’orizzonte e il management delle banche tira il fiato e si appresta a mettere in atto ...
Quali regole e quale banca dopo la crisi?
In un precedente editoriale (e&m, n. 5, 2008) mi ero soffermato sulle cause, macroeconomiche e tecnico-finanziarie, alla base della crisi finanziaria recente, e sulle lezioni che dall’esame di queste ultime si potevano trarre per gli organi di Vigilanza e per il management delle banche. Nelle note che seguono mi soffermerò invece dapprima sul tema delle regole, cercando di evidenziare, pur in presenza ...
L’essenziale è invisibile agli occhi: intangibili e sviluppo
Cosa vuol dire che un paese come l’Italia, ancora la settima economia al mondo per le dimensioni del proprio prodotto interno lordo, finisca invece al 46° posto in una classifica sulla competitività globale di paese che vede gli Stati Uniti d’America al primo posto, la Germania al 5°, la Francia al 18°, e prima di noi paesi come la Slovenia e la Lettonia? Qualcuno potrebbe rispondere: assolutamente ...
Fannulloni o disorganizzati? Viaggio nella produttività che non c’è
Con l’impeto caratteristico delle folgorazioni – un po’ come nell’indimenticabile sequenza del film The Blues Brothers in cui un J. Belushi folgorato “vede la luce” entrando in chiesa – gli opinion maker, la politica e gli imprenditori hanno ricominciato a parlare di produttività, rianimando un concetto – e un problema – che per decenni era pressoché scomparso dagli articoli, dai ...
L’annus horribilis delle banche italiane. Alcune idee per non sbagliare ancora
Il 2005 è stato per le banche italiane, dal punto di vista economico, finanziario e patrimoniale, un anno indubbiamente positivo: la redditività è cresciuta, con un incremento del ROE medio di settore, la qualità dell’attivo è migliorata, con un’ulteriore discesa del tasso di sofferenza degli impieghi, la patrimonializzazione è elevata e ampiamente al di sopra dei requisiti minimi imposti ...
Italia – Europa – Italia. Dialogo con Mario Monti
Abbiamo deciso di chiedere al professor Mario Monti, presidente dell’Università Bocconi, di condividere con noi e con i nostri lettori alcune riflessioni sull’Italia e sull’Europa frutto della sua lunga esperienza di governo europeo, prima come Commissario al Mercato Interno, ai Servizi e all’Integrazione Finanziari, alla Fiscalità e alle Dogane (1995-1999) e poi come Commissario alla Concorrenza ...