Interventi & Interviste
Imprese, imprenditori e crescita: le sfide sempre aperte di Guido
Guido Corbetta non hai mai lasciato nessuno indifferente, ha lasciato un segno profondo ed indelebile, un patrimonio di idee e sfide che adesso è nostro compito alimentare e fare crescere. Guido non solo ha diretto la nostra rivista Economia & Management e ricoperto diversi ruoli nella Scuola e in Università ma ha aperto soprattutto nuove strade, con uno stile inconfondibile e deciso che ha sempre caratterizzato la sua azione. Se pensiamo alle nuove strade, il riferimento immediato è alle aziende familiari, che costituiscono il fil rouge dei suoi studi e delle sue attività ma soprattutto la sua grande passione. Che lo ha portato ad affrontare i temi della governance, quelli del rapporto tra ricchezza finanziaria e famiglia con l’analisi del fenomeno dei family office in tempi lontani, per giungere al tema del rapporto con il sistema finanziario e gli investitori. Sembrano oggi etichette scontate ma non lo sono state affatto e hanno contribuito a leggere l’importanza delle imprese per lo sviluppo del paese. Guido è sempre stato capace di essere avanti, con intuizioni lucide che sarebbero poi diventate main stream. Nel primo convegno AIDAF sulle aziende familiari nel 2005, Guido apre la sua relazione parlando di imprese familiari come un patrimonio per il bene del paese. A certe condizioni, perché nulla era dato per scontato. Così come nel libro “Capaci di crescere” (Egea) del 2004, che studia le ragioni profonde del fatto che vi siano aziende capaci di crescere e altre non lo siano. Un tema che oggi è più che mai rilevante e decisivo così come quello della dimensione. Senza crescita è difficile immaginare un mondo con lo stesso livello di benessere che abbiamo avuto fino ad ora. Così come è difficile senza la figura centrale dell’imprenditore, che Guido ha sempre cercato di capire e di ascoltare, nel profondo. Passando con grande naturalezza dall’attività di ricerca, a quella della didattica e a quella della consulenza. Collegandole continuamente con uno spirito aperto, capace di portare energia ed entusiasmo.
Ma costruire nuove strade significa soprattutto immaginare in modo diverso le cose. Questo è avvenuto con la creazione di una cattedra dedicata alle aziende familiari in una fase storica in cui il concetto di “cattedra intitolata” non era minimamente presente e lontano dalla cultura italiana. Ma grazie alla cattedra i temi diventano più visibili e si collega in modo più intenso il sistema degli stakeholder a quello della ricerca. Ma è avvenuto anche pensando alla nascita di un progetto formativo dedicato a quelle imprese che volevano provare ad aprire il proprio capitale. Da qui è partito il centro di ricerca ENTER in Bocconi, dedicato agli imprenditori, e poi il progetto Elite insieme a Borsa Italiana che avuto la nostra Università come motore propulsivo. È impressionante vedere oggi che più di 1000 imprese sono passate attraverso questo percorso. O ancora possiamo ricordare il progetto MP3, fra il 2012 e il 2015, dedicato allo studio di PPP – Public-Private-Partnership – in una fase storica in cui il pubblico e il privato erano molto distanti. Questa capacità di guardare avanti senza avere mai paura di innovare, collegando sempre le istanze del mondo accademico a quelle del sistema industriale, è lo stile inconfondibile di Guido. Che è fatto di tanto pensiero e di tanta azione. Insieme. Che non lascia mai indifferente nessuno perché la passione e il gusto del fare emergeva sempre.
Oggi, come Scuola di Management, abbiamo bisogno più che mai di aprire nuove strade. Di guardare sempre avanti chiedendosi se conservare lo status quo è corretto oppure è solo paura o desiderio di mantenere una rendita. Ma abbiamo bisogno anche di solidità e coerenza. Quella che è fatta di fil rouge sofisticati ma robusti che permettono di seguire con passione e con cura temi che sono centrali, oltre la passione effimera e veloce delle mode che creano e distruggono con grande facilità.
Oggi ci sarebbe insieme a Guido tanto ancora da dire e da dire di nuovo. Come si concilia il paradigma delle aziende familiari in un mondo di giganti e di aziende che competono sulla dimensione? Cosa possiamo e dobbiamo fare, anche come Scuola di Management, per rendere le aziende capaci di crescere? Quali condizioni e quali percorsi educativi occorre mettere in pratica per avere nuove generazioni di imprenditori? Cosa significa trasmettere la ricchezza e il patrimonio di relazioni alle generazioni future? La lista probabilmente sarebbe ancora lunga ma soprattutto Guido troverebbe una strada che non siamo in grado di vedere.
Perché la bellezza delle sfide è quello di lasciare il finale sempre aperto, senza immaginare già un finale precostituito e sorprendendosi sempre del risultato a volte insperato. Caro Guido, la nostra Scuola di Management continuerà a fare così.
Stefano Caselli è Dean della SDA Bocconi School of Management (da novembre 2022), ed è Professore Ordinario di Economia degli Intermediari Finanziari (dal 2007) e Algebris Chair in “Long-Term Investment and Absolute Return” (dal 2019) presso l’Università Bocconi. È inoltre membro del Comitato di Direzione di SDA Bocconi School of Management dal 2006.
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