E&M

2022/3

Daniela Montemerlo Alessandro Minichilli

Come estrarre valore dalla governance 

Un’indagine condotta da SDA Bocconi ha messo in luce come e imprese italiane che si sono dotate di modelli di governance più evoluti hanno «tenuto meglio la rotta» ottenendo migliori performance nel periodo della pandemia e hanno saputo valutare più correttamente i rischi derivanti dall’internazionalizzazione, investendo maggiormente nei Paesi più sicuri.

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Le imprese italiane che si sono dotate di modelli di governance più evoluti hanno «tenuto meglio la rotta» ottenendo migliori performance nel periodo della pandemia e hanno saputo valutare più correttamente i rischi derivanti dall’internazionalizzazione, investendo maggiormente nei Paesi più sicuri.

A rilevarlo è il «Report 2022» del Corporate Governance Lab di SDA Bocconi, che, considerando il biennio 2018-2020, ha analizzato tutte le 5.398 imprese italiane con fatturato superiore ai 50 milioni di euro, monitorandone la governance e l’assetto proprietario.

Per ciascuna impresa è stato calcolato l’indice di corporate governance (ICG) sulla base di cinque parametri. Tutti i parametri si sono mossi in senso positivo: la diversity è aumentata in 229 imprese, il CdA è stato introdotto ed è stato aperto a consiglieri esterni rispettivamente in 79 e 182 casi. Hanno separato le cariche di presidente e amministratore delegato 377 imprese, e 251 sono passate a una leadership individuale. Le imprese con un ICG in crescita sono state 771, il 14 per cento del totale (Figura 1).

Dallo studio è emerso come le imprese con una governance migliore abbiano conseguito performance migliori: chi ha fatto registrare un ICG in aumento presenta minori riduzioni di fatturato (con una differenza di 2,3 punti percentuali), un ROA medio superiore (+0,7) e minori perdite (-3).

Inoltre, le imprese con una governance migliore sono riuscite a valutare meglio i rischi politici, climatici e di credito legati all’internazionalizzazione. La correlazione tra esposizione al rischio e ICG dimostra come le imprese con ICG più elevato hanno il 2,22 per cento di possibilità di essere presenti nei Paesi a basso rischio politico ma solo lo 0,86 per cento di operare in quelli ad alto rischio politico, mentre per quelle con indice ICG più basso avviene il contrario: hanno l’1,27 per cento di probabilità di investire in Paesi a minor rischio, contro una probabilità quasi doppia (il 2,44 per cento) di essere in Paesi più problematici (Figura 2).

Figura 1 – I 5 parametri alla base dell’indice di corporate governance

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Figura 2 – La valutazione dei rischi

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Per una più ampia panoramica sulla centralità dei modelli di governance per la crescita si rimanda all’E&M Podcast curato da Daniela Montemerlo, Affiliate Professor di Strategy and Entrepreneurship presso SDA Bocconi e Professore ordinario Università dell’Insubria.