E&M
2022/3
Indice
Editoriale
Dossier. Mari&Monti
Le nuove tendenze del turismo balneare
Tecnologie e sostenibilità vanno in crociera
Tradizione e innovazione per la nautica di lusso
L’industria della pesca tra minacce e opportunità
Il turismo di montagna in transizione
Nuovi abitanti in territori montani
Visual readings
Focus. La finanza sostenibile
La finanza sostenibile. Perché deve cambiare
Rating ESG e di credito come valutare il rischio integrato
Quanto impatta la sostenibilità sul costo del capitale
Accelerare la transizione anche i servizi finanziari devono fare la loro parte
La creazione di valore tramite gli strumenti di debito sostenibile
Responsabilità sociale, sostenibilità ambientale e rating ESG nelle PMI italiane
Economia ambientale
Prezzi e mercati del carbonio: la soluzione al cambiamento climatico?
Finanza straordinaria
Economia, lavoro e organizzazioni
Concorrenza e mercati
La tutela della creatività degli chef nel settore dell’Haute Cuisine
Come estrarre valore dalla governance
Un’indagine condotta da SDA Bocconi ha messo in luce come e imprese italiane che si sono dotate di modelli di governance più evoluti hanno «tenuto meglio la rotta» ottenendo migliori performance nel periodo della pandemia e hanno saputo valutare più correttamente i rischi derivanti dall’internazionalizzazione, investendo maggiormente nei Paesi più sicuri.
Le imprese italiane che si sono dotate di modelli di governance più evoluti hanno «tenuto meglio la rotta» ottenendo migliori performance nel periodo della pandemia e hanno saputo valutare più correttamente i rischi derivanti dall’internazionalizzazione, investendo maggiormente nei Paesi più sicuri.
A rilevarlo è il «Report 2022» del Corporate Governance Lab di SDA Bocconi, che, considerando il biennio 2018-2020, ha analizzato tutte le 5.398 imprese italiane con fatturato superiore ai 50 milioni di euro, monitorandone la governance e l’assetto proprietario.
Per ciascuna impresa è stato calcolato l’indice di corporate governance (ICG) sulla base di cinque parametri. Tutti i parametri si sono mossi in senso positivo: la diversity è aumentata in 229 imprese, il CdA è stato introdotto ed è stato aperto a consiglieri esterni rispettivamente in 79 e 182 casi. Hanno separato le cariche di presidente e amministratore delegato 377 imprese, e 251 sono passate a una leadership individuale. Le imprese con un ICG in crescita sono state 771, il 14 per cento del totale (Figura 1).
Dallo studio è emerso come le imprese con una governance migliore abbiano conseguito performance migliori: chi ha fatto registrare un ICG in aumento presenta minori riduzioni di fatturato (con una differenza di 2,3 punti percentuali), un ROA medio superiore (+0,7) e minori perdite (-3).
Inoltre, le imprese con una governance migliore sono riuscite a valutare meglio i rischi politici, climatici e di credito legati all’internazionalizzazione. La correlazione tra esposizione al rischio e ICG dimostra come le imprese con ICG più elevato hanno il 2,22 per cento di possibilità di essere presenti nei Paesi a basso rischio politico ma solo lo 0,86 per cento di operare in quelli ad alto rischio politico, mentre per quelle con indice ICG più basso avviene il contrario: hanno l’1,27 per cento di probabilità di investire in Paesi a minor rischio, contro una probabilità quasi doppia (il 2,44 per cento) di essere in Paesi più problematici (Figura 2).
Figura 1 – I 5 parametri alla base dell’indice di corporate governance
Figura 2 – La valutazione dei rischi
Per una più ampia panoramica sulla centralità dei modelli di governance per la crescita si rimanda all’E&M Podcast curato da Daniela Montemerlo, Affiliate Professor di Strategy and Entrepreneurship presso SDA Bocconi e Professore ordinario Università dell’Insubria.