E&M

2000/4

Claudio Dematté

Crucialità della finanza negli start-up della nuova economia

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Osservando giorno dopo giorno quanta poca attenzione e quanto poco impegno le nostre imprese riservino allo sfruttamento delle grandi potenzialità insite nell’insieme delle nuove tecnologie Internet verrebbe da ritornare al punto di partenza della serie di editoriali dedicati a questo tema per spiegare ancora una volta e meglio, con più argomenti e con più forza, perché perdere questo appuntamento è pericoloso e perché coglierlo è importante per le imprese, per le persone e per il paese. L’aspetto che sfugge ai più è che Internet non è semplicemente un mezzo per fare commercio o conversazioni on line, ma è uno strumento sempre più potente per configurare in modo più efficiente e più ricco i complessi rapporti che intercorrono all’interno delle imprese, fra impresa e impresa e fra le imprese (e le istituzioni) e i consumatori (o i cittadini). Il formarsi di una infrastruttura di comunicazione sempre più potente e a costi continuamente decrescenti apre orizzonti nuovi all’organizzazione delle relazioni che costituiscono il tessuto connettivo dell’impresa, del sistema economico e della società. Orizzonti nuovi che aprono la via a nuove attività e a profonde trasformazioni nell’ organizzazione delle attività umane. L’espressione “nuova economia” che viene usata a tale riguardo vuole richiamare l’attenzione sui processi nuovi per realizzare le attività tradizionali, con forti guadagni di qualità e di produttività, oltre che sulle nuove attività. Ma ritornare sul tema, ancorché possa essere utile, va a scapito del bisogno impellente di approfondirne i diversi aspetti.

In questo editoriale l’attenzione è dedicata al ruolo cruciale della finanza negli start-up della nuova economia, approfondendo una questione già affrontata nel numero precedente. L’importanza di questo aspetto era stata oscurata dalla anomala iniziale euforia dei mercati finanziari, quando sembrava che l’acquisizione dei fondi non fosse affatto un problema, con i venture capitalist e gli investitori privati in fila per trovare sbocco alle loro disponibilità. La caduta dei corsi dei titoli della nuova economia e la susseguente difficoltà di portare sul mercato azionario le nuove imprese hanno raffreddato gli animi e restituito alla finanza il posto che le competeva: quello di risorsa essenziale per l’avvio e la maturazione delle nuove iniziative.

 

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