E&M
2012/5
Indice
Rilevanza e rigore
The double-edged sword of experience in strategic decisions. Evidence from the private equity sector
The dangers of purity. How team leaders may select team members and achieve better performances
Forum
Il Diversity Management
Flessibilità spazio-temporale e Diversity Management: false credenze e nuove opportunità
La finestra sul mondo
South Korea: squeezed between the ailing dinosaur and the emerging superpower
Il mercato delle regole
Fuoricampo
Temi di Management
Competere in tempi di crisi è un lusso. Meglio usare l’intelligence
Storie di straordinaria imprenditorialità
The derivative usage by listed and non-listed Italian Firms for corporate risk management
La scarsa trasparenza sull’uso dei derivati nei bilanci delle imprese è all’origine della scarsa conoscenza degli schemi di comportamento delle imprese per quanto riguarda l’impiego di tali strumenti. Questo articolo esamina le pratiche di gestione del rischio delle imprese italiane, sia quotate sia non quotate, per un’ampia varietà di rischi d’impresa: rischi di cambio, di tasso di interesse, energia, materie prime, rischio di mercato azionario, rischio di credito, rischio politico e operativo. Includendo nella trattazione le imprese non quotate, l’articolo aggiorna la precedente letteratura in questo campo. I risultati indicano che le società quotate ricorrono a contratti più sofisticati, mentre le società non quotate presentano un orientamento più marcato a coprirsi dai rischi con strumenti più semplici al fine di ridurre la volatilità del cash flow, il costo di finanziamento e di ottimizzare il carico fiscale.
THE DERIVATIVE USAGE BY LISTED AND NON-LISTED ITALIAN FIRMS FOR CORPORATE RISK MANAGEMENT#The scarce disclosure of derivatives usage in financial statements results in little knowledge of firms’ attitudes, policies and patterns with respect to derivative use. This article surveys the otherwise unknown risk management practices of Italian firms, both listed and non-listed, for a broad range of business risks: currency, interest rate, energy, commodity, equity, credit, political and operational risk. By including non-listed firms, this paper upgrades the previous literature in this field. Results indicate listed companies, driven by the experience of managers use more sophisticated contracts, while non listed companies show a stronger attitude to hedge their risks with easier tools in order to reduce the cash flow volatility, the cost of funding, and to optimize the tax exposure.
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