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Articolo rivista (E&M - 2002/6) Piantoni Gianfranco

Il gioco continua

Da cinquant’anni le cassandre annunciano la fine del giocattolo calcio. Ma se il sistema è così fragile, perché l’agonia è infinita? Perché la stupidità umana non muore mai.

Articolo rivista (E&M - 2003/1) Piantoni Gianfranco

I poveri martiri

Non si limitarono a far piangere tutto il Brasile. Quei due uruguayani, Schiaffino e Ghiggia, hanno sulla coscienza il suicidio di tredici tifosi delusi alla morte. Con le loro reti sbancarono il Maracanà, andando a vincere il campionato mondiale di calcio del 1950 proprio nel nuovissimo stadio di Rio de Janeiro, costruito per immortalare la prima apoteosi carioca della storia. Schiaffino guidò ...

Articolo rivista (E&M - 2003/2) Piantoni Gianfranco

 Nave senza timone

Sembrava fatta. Il 20 maggio 1973 doveva regalarmi due magie in una sola giornata: la permanenza in Serie A dell’Atalanta e la stella del Milan. Per vivere in diretta le due emozioni mi appollaiai in curva, allo stadio di Bergamo, con una radiolina. Minuto per minuto maturò una doppia catastrofe: il Milan rinviò di sei anni la conquista della famosa stella e l’Atalanta incassò la rete della ...

Articolo rivista (E&M - 2003/3) Piantoni Gianfranco

Il mio regno per un cavallo

Sarà l’arcivescovo ad accoglierlo vincitore in cattedrale. Ma prima della corsa tutti i cavalli vengono condotti in chiesa per la benedizione di rito. Se uno manca di rispetto al luogo sacro, l’inconveniente è considerato di buon auspicio. Succede a Siena, in occasione del Palio. Carico di furore religioso, il cavallo interpreta in prima persona la storia e le ambizioni di una contrada. Non ...

Articolo rivista (E&M - 2003/4) Piantoni Gianfranco

Poche cose per il viaggio

Dodici stagioni sono occorse a Michael Schumacher per vincere cinque titoli mondiali, ma l’argentino Juan Manuel Fangio raggiunse lo stesso risultato correndo solo sette anni. Fisicamente fortissimo, era adatto alle macchine di un tempo, talmente pesanti che bisognava continuamente condurle in controsterzo. Diceva: “È bravo chi vince andando più adagio di ciò che gli suggerisce la sua testa”. ...

Articolo rivista (E&M - 2003/5) Piantoni Gianfranco

Un’altra storia

Che cosa poteva inventare un dirigente pensionato, vissuto tutta una vita all’ombra di mamma FIAT, per ricevere i complimenti dell’allora Avvocato? Semplice: scrivere un libro sulla storia juventina. Presentando l’opera, la Gazzetta dello Sport titolava con questa battuta dell’autore: “Caro Milan, la Juve è un’altra storia”. Strano che non si sia rivolto al Real Madrid. Ma anche ...

Articolo rivista (E&M - 2003/6) Piantoni Gianfranco

E così persi mia moglie

“Un secondo prima di morire mi converto e divento milanista. Così ce n’è uno in meno.” Il nerazzurro Beppino Prisco era un cabarettista capace di divertire tutto lo sport milanese. Perché a Milano il derby è una festa e non sono le sconfitte a modificare la mappa della città. Se così fosse, i tifosi dell’Inter sarebbero tutti dei pensionati. Ma anche il Milan doveva sparire dal calendario, ...

Articolo rivista (E&M - 2004/1) Piantoni Gianfranco

Cose vecchie e cose nuove

Chissà quante volte li avete visti, quei giapponesini che invadono l’Italia, schermati da un sorriso enigmatico e armati di una macchina fotografica a moto perpetuo. Si avvicinano a un monumento storico, a un quadro immortale, a un carabiniere in divisa, a una vetrina di moda italiana. Scattano le loro fotografie, una dopo l’altra, e proseguono senza guardare. Sembrano dire: “Perché soffermarsi? ...

Articolo rivista (E&M - 2004/2) Piantoni Gianfranco

I numeri che cantano

Solo in Lombardia sono duecentomila i ragazzi che giocano al calcio sperando, un giorno, di esordire in serie A. Questa fortuna tocca solamente a tre ragazzi all’anno. Il calcolo è molto semplice. I giocatori che militano nella prima divisione sono circa seicento e il loro ciclo di vita agonistico, in media, è di undici anni. Pertanto, ogni anno se ne sostituiscono poco più di cinquanta. Uno ...

Articolo rivista (E&M - 2004/3) Piantoni Gianfranco

Lacrime per piangere

Una mattina ce lo portarono via, all’alba, per non restituircelo più. E ancora ci stiamo domandando: chi è stato davvero Pantani? Mauriac ricorda che, noi tutti, siamo un groviglio di vipere: e per capire qualcosa dobbiamo sfilarle una alla volta. Nel mistero che stiamo scandagliando limitiamoci a cogliere due risvolti: un volto immortale e il tarlo del doping. I campioni restano per sempre ...