E&M

1999/6

Maria Cristina Bombelli

La gestione dei conflitti come competenza manageriale. Confini e ruoli da ridefinire nella rete del valore

Il termine “mobbing”, mutuato dall’etologia, indica il comportamento aggressivo di cui un individuo è fatto oggetto da parte di componenti della stessa specie allo scopo di isolarlo. La vita aziendale presenta numerose occasioni di conflitto interpersonale: sono indice di vitalità dell’organizzazione, di cambiamento in atto, ma, anche, di problemi irrisolti. Una competenza manageriale importante consiste nella capacità di diagnosi e di intervento sulle differenti tipologie di conflitto. Le “mappe di decodifica” di tali fenomeni ne evidenziano diverse: conflitti connessi al disegno organizzativo, incomprensioni relative ai contenuti della comunicazione, conflitti relazionali, conflitti di valore.#Sul piano organizzativo, la trasparenza garantita da sistemi operativi corretti e da una buona articolazione della struttura, mantenuti nel tempo in funzione dei risultati, aiuta i soggetti a riconoscersi come attori organizzativi e a identificare i confini delle proprie competenze; dal punto di vista del sistema cognitivo, competenze diffuse dovranno essere quelle di riconoscere le proprie e altrui mappe mentali in relazione ai task organizzativi richiesti; riguardo infine alla dimensione culturale del conflitto, fondamentale è lo stile di leadership, visto che i comportamenti dei vertici dell’organizzazione “fanno scuola”. Un clima di fiducia può essere parte importante del valore di un’impresa.

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