E&M
2002/6
Indice
Focus intervista
La gestione dei sistemi complessi. Intervista a Franco Bernabè
Area Economia
Dallo sviluppo spontaneo alla pianificazione strategica
Il MEPC: trasparenza e prevedibilità del sistema multilaterale degli scambi
Area Metodi Quantitativi
Gestione e ottimizzazione dei processi di produzione attraverso la statistica
Fuoricampo
Articoli
Privatizzazioni e corporate governance. Il caso delle imprese pubbliche locali quotate
Investimenti diretti esteri in Cina: quali modalità per le imprese italiane?
Internet tra miti e realtà. Verifica di alcune regole della nuova economia
Per lo sviluppo delle biotecnologie in Italia: il ruolo dell’università
Investimenti diretti esteri in Cina: quali modalità per le imprese italiane?
Gli investimenti diretti esteri, già dai primi anni ottanta, si sono moltiplicati a ritmo sostenuto e, nel 1995, la Repubblica Popolare Cinese diventa il secondo ricettore di IDE, dopo gli USA, e il primo tra i paesi in via di sviluppo. La dimensione del mercato, le potenzialità del territorio e i bassi costi di una manodopera pressoché illimitata sono solo alcune delle innumerevoli attrattive che la Cina offre a chi intende avviarvi il proprio business. Con la legge sulle equity joint ventures del 1979 gli investimenti diretti esteri vengono incoraggiati quali veicolo di crescita, fonte di capitale e sicuro canale per il trasferimento di tecnologia. Gli italiani sono tra i pionieri alla scoperta della Cina e, partendo da sole cinque filiali negli anni ottanta, arrivano, nel 2001, a circa 99 unità produttive in loco. La rilevanza degli investimenti diretti in Cina suggerisce di studiare le modalità di penetrazione del mercato locale.
L'ACCESSO A QUESTO CONTENUTO E' RISERVATO AGLI UTENTI ABBONATI
Sei abbonato? Esegui l'accesso oppure abbonati.