E&M
1998/6
Indice
Interventi
Interventi
Dove studiano gli imprenditori
Nuove metodologie di gestione del rischio di credito e vantaggi competitivi per le banche
Rilanciare Pompei: anno zero. Le attese verso approcci manageriali e forme moderne di accountability
Rivoluzione logistica mancata: la terziarizzazione offre un’opportunità di riscatto
Management delle differenze: gestire il genere
Il management del futuro si trova di fronte a situazioni molto diverse dal passato. Se un tempo le categorie d’analisi da utilizzare per comprendere le persone che in azienda prestano manualità e intelligenza potevano essere semplici e accorpate, oggi una gestione del personale all’altezza delle sfide del mercato presuppone capacità più sofisticate nel leggere competenze, nel comprendere bisogni che nel tempo si sono differenziati e nel tessere reti di premio più articolate. Le differenze di genere sono una delle possibili chiavi di lettura da utilizzare per progettare strumenti e comportamenti di gestione del personale che possono costituire una dimensione innovativa nelle modalità di gestione. Inoltre, l’ottica del genere diventa tanto più importante in quanto le tendenze del mercato del lavoro descrivono una femminilizzazione spinta e irreversibile. Il lavoro seguente si propone di affrontare questo tema – con una focalizzazione esplicita sul genere femminile e sul segmento manageriale – mettendo innanzitutto in guardia rispetto alle letture affrettate che possono ingenerare stereotipi e proponendo una lettura culturale come equilibrio possibile tra la negazione delle differenze e l’irrigidimento delle caratteristiche del maschile e del femminile. L’attenzione verrà concentrata sulle tendenze del lavoro femminile dal punto di vista quantitativo e sulle domande emergenti dal punto di vista qualitativo. La tesi centrale del lavoro consiste nel proporre dei margini di scambio tra il segmento manageriale femminile e le organizzazioni, utilizzando schemi di lettura diversi dal passato. Ciò significa, per le organizzazioni, riconoscere, ove necessario, le competenze femminili come valore aggiunto nel quadro delle tendenze organizzative in essere, ripensando l’articolazione dei sistemi premianti in funzione di diverse esigenze emergenti, in relazione sia al genere, sia ad altre possibili angolature di differenza.
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