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Spuntare la checklist della diversità
Qualche mese fa la Bloomberg -- multinazionale americana del settore dei mass media che si occupa di informazione relativa al mondo economico-finanziario -- ha istituito il Bloomberg Financial Services Gender-Equality Index, un indice che sintetizza lo stato della gender equality nelle aziende che decidono liberamente di farsi valutare tramite un questionario. L’obiettivo è dare informazioni alla comunità su quale sia la situazione nelle aziende a livello di gender equality e, nello stesso tempo, promuovere più diffusamente il tema, in quanto si pensa che una maggiore uguaglianza di genere possa andare a beneficio della la performance dell’organizzazione.
Per quanto gli intenti possano essere giudicati positivamente (anche se la gender equality è sempre letta in ottica strumentale, cioè come potenziamento della performance), una breve riflessione sul proliferare di indici e classifiche (a volte con l’assegnazione di relativi premi) sul tema della diversità (e non solo) può e deve essere fatta.
Premessa: ottenere una parità numerica e fare massa critica è sicuramente un obiettivo importante, soprattutto ai livelli più elevati, dove le donne, e le altre categorie storicamente in posizione di svantaggio, sono ancora in minoranza.
Tuttavia, quando le aziende aderiscono a iniziative come quella promossa da Bloomberg, dove l’obiettivo è registrare esclusivamente percentuali di donne ai vari livelli e numero di servizi a supporto, il rischio che si corre è quello di focalizzarsi esclusivamente sul raggiungimento di alcuni target numerici, senza curarsi troppo di disegnare una strategia e di implementare delle pratiche serie che favoriscano realmente l’inclusione delle persone e migliorino il clima per la diversità. L’adesione a queste iniziative può quindi ridursi a un rito meccanico che neutralizza il tema e lo riduce all’atto di «spuntare la checklist» della gender equality e del Diversity Management.
Siamo sicuri dunque che questa tendenza quantofrenica promuova nella sostanza l’uguaglianza di genere e il rispetto della diversità nelle organizzazioni?