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Polo Circolabile: oltre il collocamento obbligatorio
Un progetto di Loro Piana ha messo a disposizione uno spazio di lavoro artigianale, integrato nell’azienda, in cui i lavoratori con disabilità svolgono attività con tessuti e capi finiti che in precedenza erano eseguite all’esterno dell’azienda.
Si tratta di un progetto altamente professionalizzante e che nel prossimo futuro potrebbe essere trasformato da Hub-Sociale all’interno del quale si svolgono attività di reverse-mentoring a una vera e propria divisone organizzativa con un suo bilancio economico e un budget dedicato.
Il tasso di occupazione delle persone con disabilità nei paesi OCSE è del 44% (contro il 75% delle persone senza disabilità), una percentuale che si abbassa di diversi punti percentuali quando la limitazione è grave[1].
In questo contesto di diffidenza, una ricerca condotta dall’Osservatorio Diversità, Inclusione e Smart working di SDA Bocconi[2] mostra che l’inserimento e la gestione dei lavoratori disabili, imposto alle imprese dalla legge 68/99[3], siano vissuti come un problema e un obbligo da espletare poiché lo sforzo organizzativo richiesto non sembra essere compensato da benefici per l’organizzazione[4]. In un contesto culturalmente plasmato dall’obbligo legislativo, non mancano però esperienze positive.
È il caso del progetto Polo Circolabile di Loro Piana fortemente voluto dalla dott.ssa Cerra, Head of Corporate Social Responsibility, per promuovere un cambiamento culturale che potesse insegnare a tutti i dipendenti di Loro Piana a superare l’approccio normativo e stigmatizzante e, all’opposto, a considerare costruttivamente le abilità e le competenze dei lavoratori disabili e il contributo che, se opportunamente incluse e valorizzate, possono portare all’organizzazione.
Gli inserimenti avvenivano prevalentemente secondo un approccio «reattivo» dettato dall’urgenza di coprire la quota; non c’era una riflessione ex ante dell’organizzazione per organizzare un reclutamento mirato, ricercando quindi le competenze e abilità funzionali a un ruolo specifico in Loro Piana. Si cercavano le persone che, per carattere e modello di comportamento, potessero essere inserite senza creare «dissonanze» nel gruppo di lavoro. L’approccio reattivo e tattico, dettato dall’urgenza, rendeva quindi difficile costruire un match efficace tra il candidato e la mansione creando un diffuso sentimento di insoddisfazione. Inoltre, l’urgenza non consentiva di preparare il gruppo di lavoro e gli inserimenti risultavano spesso forzati; tale forzatura generava a cascata una lettura problematica dell’inserimento che veniva spesso vissuto come un affaticamento ulteriore al carico di lavoro. Inizialmente sono state organizzate due giornate di volontariato aziendale in collaborazione con Special Olympics[5] e il Gruppo LVMH[6] per stimolare i lavoratori di Loro Piana sia a interagire e confrontarsi con persone disabili, sperimentando concretamente le loro abilità e competenze in gare sportive; sia a raccontare senza timore le proprie esperienze di «malattia/disabilità temporanea» che inevitabilmente ciascuno incontra nel proprio ciclo di vita.
Questi due eventi hanno contribuito in modo sostanziale a costruire le premesse culturali per il successivo progetto del Polo Circolabile. Si tratta di uno spazio di lavoro artigianale, integrato nell’azienda, nel quale i lavoratori con disabilità lavorano con tessuti e capi finiti per svolgere attività che in precedenza erano eseguite all’esterno dell’azienda[7]. In particolare, creano oggetti da materiali di recupero e «sbrandizzano» i capi invenduti per prepararli alla donazione ad associazioni del terzo settore.
Il successo di questo progetto è dovuto a vari fattori. Il primo è l’aver saputo cogliere le competenze delle persone con disabilità e averle sapute indirizzare su attività effettivamente utili, ma considerate a basso valore aggiunto e perciò esternalizzate. Il progetto è riuscito quindi ad integrare all’obiettivo sociale quello ambientale poiché i lavoratori con disabilità realizzano attività di up-cycling, recupero di materiali e preparazione per la donazione di capi invenduti o di collezioni obsolete riducendo gli sprechi.
Un secondo fattore di successo riguarda la realizzazione degli spazi di lavoro nel cuore di uno degli stabilimenti: questo ha permesso di poter osservare nell’esperienza diretta l’impegno e la performance dei lavoratori con disabilità generando un terreno di curiosità, dialogo, scambio di competenze e un clima via via sempre più inclusivo. Questo progetto ha inoltre consentito un’azione di reclutamento e inserimento accurata; è stata infatti affidata a una professionista[8] che ha messo in campo competenze specifiche e che è, successivamente, diventata anche la tutor dei lavoratori disabili. Partiti con la mera rimozione di etichette e riferimenti al logo per preparare i capi invenduti alla donazione, la creazione di un team coeso e il riconoscimento organizzativo dell’utilità del lavoro svolto, ha permesso di ampliare via via le attività che oggi spaziano dal riuso di materiali per la rivisitazione di oggetti aziendali, in una prospettiva più sostenibile, alla creazione di gadget destinati a uso esterno. E così, grazie anche alla costante richiesta di attività da svolgere da parte di diverse funzioni dell’azienda, il Polo Circolabile è passato da una fase pilota a una fase di maggiore istituzionalizzazione. L’obiettivo finale è quello di trasformarlo non solo in un Hub-Sociale all’interno del quale si svolgono attività di reverse-mentoring per agevolare lo scambio di competenze di attività tra questa divisione e le altre divisioni di Loro Piana, ma di legittimarlo come una vera e propria divisone organizzativa con un suo bilancio economico e un budget dedicato. Per raggiungere questo traguardo un primo passo è stato fatto recentemente con la creazione di un’identità visuale e un logo dedicato in modo da poter creare vere e proprie etichette da appore sui manufatti realizzati all’interno del Polo per identificare, sponsorizzare ed esplicitare internamente all’azienda e al mercato il progetto di inclusione lavorativa.
Il blog è stato scritto in collaborazione con Giulia Bonesio, CSR specialist.Si ringraziano inoltre la dott.ssa Cecilia Cerra e la dott.ssa Francesca Vinzio, Educatrice Professionale e Coordinatrice del Polo Circolabile, per l’intervista rilasciata che è stata rielaborata in questo blog.
[1] «Conoscere il mondo della disabilità», Istat, Roma, 2019, pp. 60ss.
[2] Analisi di carattere organizzativo e studio di un campione di imprese medio-grandi sulla gestione della disabilità. Rapporto di ricerca. 2018. Progetto MB1005298 «Lavoro e disabilità: equilibrio tra capacità, funzionalità e fattori ambientali», finanziato dalla Provincia Monza-Brianza, coordinato da CESVIP Lombardia.
[3] Le aziende con più di 50 dipendenti devono assumere persone con disabilità per una quota pari al 7% degli occupati. Per i datori di lavoro che occupano da 36 a 50 dipendenti, l’obbligo di assunzione è di due lavoratori; per i datori di lavoro che occupano dai 15 ai 35 dipendenti, l’obbligo di assunzione è di un lavoratore.
[4] S. Cuomo, Z. Simonella, «Disabilità e organizzazioni. L’esperienza di Jobmetoo», Economia&Management, 3/2015, pp. 34-41.
[5] www.specialolympics.it
[7] Nato a settembre 2019, inizialmente composto da 3 lavoratori coordinati da un’educatrice, oggi i lavoratori sono aumentati a 5. Per le assunzioni Loro Piana ha stipulato un accordo con la cooperativa Sociale di tipo B Orso Blu, la quale, applicando l’Art. 14 del d.Lgs 276/03, ha inserito indirettamente le 5 risorse all’interno dell’azienda.
[8] Dott.ssa Francesca Vinzio Educatrice Professionale, Coordinatrice del Polo Circolabile.