Articolo 3

28/04/2021 Zenia Simonella

Storie di inclusione: il progetto Next, oltre i confini dell’impresa

Sono sempre di più le imprese che investono in progetti di Corporate Social Responsibility-CSR per apportare un beneficio alla comunità locale in termini di occupazione e benessere sociale. Maria Cristina Alfieri, attuale Direttore dell’Associazione Next, e Riccardo Calvi, Responsabile Comunicazione Procter & Gamble, ci ha raccontato di come diversi progetti hanno già permesso a moltissime persone in condizioni di fragilità di formarsi e trovare occupazione.

 

Secondo l’ultimo rapporto dell’Osservatorio Socialis, il numero di imprese che investono in progetti di Corporate Social Responsibility-CSR è in crescita: si è passati da 44 aziende nel 2000 a 92 nel 2019 (il campione era composto da 400 aziende)[1].

Le attività che rientrano nell’area della CSR sono soprattutto interne (cioè rivolte ai dipendenti) o legate al territorio di prossimità/nazionale, mentre le attività di mera filantropia sono in diminuzione.  Tra le varie azioni di intervento citate, sono ancora prevalenti quelle che riguardano l’ambiente (smaltimento rifiuti, risparmio energetico, raccolta differenziata), la modifica di processi/prodotti in un’ottica di sostenibilità e l’attivazione di collaborazioni con le università. A metà classifica, e in crescita rispetto al 2017, rientra la «messa a disposizione di organizzazioni no profit delle professionalità dell’azienda» (da 20 aziende si passa a 25 nel 2019). In termini di ricadute, i due vantaggi più citati sono il «miglioramento dell’immagine dell’azienda» e il «miglioramento dei rapporti con il territorio/le comunità locali».

Un esempio di progetto di CSR che mette a disposizione professionalità e competenze aziendali al fine di apportare un beneficio alla comunità locale (e poi a tutto il territorio nazionale) è Next[2].

Il progetto nasce a Parma quattro anni fa su iniziativa dell’azienda logistica Number1[3]: «Tutto è nato dalla volontà degli imprenditori a capo del gruppo di dare una risposta al bisogno di lavoro che c’era sul territorio, soprattutto di migranti e rifugiati. La risposta di Number1 è stata aggregare un partner finanziario (Fondazione Cariparma), enti del terzo settore come Caritas e Ciac Onlus e un ente di formazione per creare dei percorsi di formazione teorici e pratici che consentissero a queste persone di acquisire la giusta formazione per poter lavorare nei magazzini logistici del gruppo. In tre anni sono state assunte più di 115 persone. Poi ci si è chiesti: come facciamo evolvere questo progetto?» ci racconta Maria Cristina Alfieri, attuale Direttore dell’Associazione Next.

A partire da questo primo progetto si è costituita un’Associazione con la mission di portare il progetto di Parma in altre città e di estenderlo ad altre imprese. Il primo risultato è stato il lancio del progetto “Aula 162” nel gennaio 2020 grazie al sostegno finanziario e organizzativo di Procter & Gamble: «Si tratta di un progetto che promuove la dignità delle persone e che aiuta la crescita economica del Paese. Noi siamo co-promotori. Le aziende, anche concorrenti, sono invitate a partecipare; a loro chiediamo di investire nel progetto o di assumere le persone formate. Mi aspetto che il mercato accolga con favore questa proposta. Siamo partiti a Milano, Parma, Caserta e stiamo ragionando sull’apertura di nuove aule a Pomezia, Novara, Bologna. E vogliamo andare avanti», sostiene Riccardo Calvi, Responsabile Comunicazione P&G. 

Il nuovo progetto è passato quindi da locale a nazionale. Esso ha lo scopo di favorire l’incontro tra imprese alla ricerca di personale qualificato e soggetti in condizione di svantaggio ma qualificati e formati e in cerca di nuove opportunità lavorative: il progetto non inserisce solo migranti (come avveniva agli esordi), ma si rivolge anche a disoccupati per l’emergenza Covid-19, a giovani che hanno abbandonato la scuola, a donne vittime di violenza, ossia a persone in condizioni di fragilità. Queste persone vengono segnalate da Caritas, Croce Rossa Italiana, Save the Children e altri enti del terzo settore attivi sul territorio, entrano nel programma e, una volta concluso, sono proposte alle imprese attraverso l’aiuto di Manpower, ma anche di altre agenzie per il lavoro che stanno collaborando a livello locale con Next, come GiGroup, Randstad Italia, InOpera e molti altri.

Le persone formate sono impiegate principalmente nei settori della logistica, della distribuzione e nel settore manifatturiero. Il programma non riguarda solo la formazione; c’è un’attenzione più ampia alla persona: «Grazie a un accordo con Fondazione Banco Alimentare, forniamo ai partecipanti la spesa settimanale e se serve vengono pagati i trasporti. L’obiettivo è fare in modo che la persona si concentri sulla formazione con una certa serenità», spiega Maria Cristina Alfieri.

I risultati sono interessanti: nei quattro anni (dal progetto ai suoi esordi, fino alla costituzione dell’associazione) le persone formate sono state 178, di cui 115 assunte. Dal lancio di Aula 162, le persone assunte sono state 49, facendo salire a oltre 160 gli inserimenti totali. Le analisi svolte a seguito dell’inserimento mettono in evidenza un forte attaccamento all’azienda da parte delle persone inserite, risultati di performance superiori alla media, assidua presenza al lavoro, basso assenteismo, alta disponibilità a straordinari e cambi mansione. «Naturalmente bisogna stare attenti e bisogna motivare e seguire questi lavoratori. È importante far capire loro che è un’opportunità, e che non sempre capita», afferma Riccardo Calvi.



[1] Dati tratti dal IX rapporto di indagine dell’Osservatorio Socialis, «L’impegno sociale delle aziende in Italia».

[3] Ne avevamo già parlato in F. Perretti, Z. Simonella, S. Basaglia,  «L’immigrazione vista da imprese e sindacati»Economia & Management, 2018, 3, pp. 14-18

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