Interventi & Interviste
La risposta di Lavazza alla grande sfida
La pandemia che ci ha colpito ha provocato una situazione di emergenza che impatterà sull’economia internazionale in modo molto significativo. Il nostro Paese e il suo tessuto imprenditoriale e produttivo dovranno affrontare una vera e propria prova di resistenza, a breve distanza da quella già superata in occasione della crisi finanziaria del 2008. Questo evento — la cui imprevedibilità e rapidità di diffusione ci ha colto impreparati a livello nazionale e mondiale — ci impone di ripensare e riconfigurare il nostro modo di intendere l’impresa, il nostro rapporto con la società e il nostro essere parte di una comunità.
Lavazza ha voluto agire immediatamente, nei primi giorni della crisi, su due asset imprescindibili del nostro modo di fare impresa: le persone e il rapporto con i territori nei quali operiamo.
Le misure cautelative sono state adottate in brevissimo tempo. Abbiamo esteso lo smart working e abbiamo adeguato le nostre modalità operative alle disposizioni vigenti. In casi come questi è fondamentale procedere con trasparenza, pragmatismo e massimo sforzo per garantire a tutti — dai dipendenti ai fornitori, passando per i clienti e per tutte le altre persone della filiera — la maggior sicurezza possibile.
Questa emergenza è stata affrontata tenendo ferme le nostre priorità: innanzitutto, naturalmente, la salute. In quest’ottica abbiamo predisposto un’azione coordinata con tutte le sedi del nostro Gruppo sparse per il mondo per dare a tutti le stesse indicazioni. Non solo smart working per i dipendenti, ma anche cancellazione delle trasferte, aumento dei trattamenti igienico-sanitari, impostazione di una strategia di comunicazione interna per informare in modo preciso e puntuale sui comportamenti di prevenzione da mettere in atto sempre (in azienda e fuori). Abbiamo cercato di giocare d’anticipo, quindi, anche fuori dall’Italia, anticipando le misure che sono poi state adottate in tutti i Paesi.
L’altra priorità è stata la protezione dei posti di lavoro. Non solo per l’importanza che le persone rappresentano per l’azienda, ma anche per la difesa di un territorio che per noi è fondamentale nella creazione di valore condiviso. Crediamo che l’azienda contemporanea abbia anche una responsabilità collettiva e debba il più possibile essere un punto di riferimento per la comunità. Un acceleratore non solo economico, ma anche relazionale e sociale.
Per il Gruppo Lavazza è stato quindi naturale decidere di intervenire immediatamente stanziando 10 milioni di euro per progetti di sostegno alla sanità, alla scuola e alle fasce più deboli nella Regione Piemonte, uno dei territori italiani più colpiti da questa pandemia. Lo abbiamo fatto perché fermamente convinti di dare un segnale concreto per uscire quanto prima dallo stato di crisi e far ripartire l’Italia. Siamo consapevoli che solo con il contributo congiunto e immediato di tutti possiamo superare questa emergenza.
L’ultima priorità, è naturale, riguarda la seconda fase, quella della ripresa. È necessario iniziare a predisporre un intenso piano di azioni volte a riportare la continuità del business. Pubblico e privato dovranno quindi lavorare di concerto (come prima, più di prima) e sono convinto che le imprese avranno ancora di più un ruolo centrale sia nella ricostruzione economica sia in quella della società: come imprenditori saremo chiamati a tracciare la rotta per essere propulsori della ripartenza del Paese.
Lavazza è un gruppo globale molto solido che ha chiuso il 2019 con un fatturato pari a 2,2 miliardi di euro. Siamo già al lavoro per cercare di uscire da questa discontinuità, affrontando le incognite di un 2020 che era iniziato molto bene. Per questo è cruciale ridefinire obiettivi e processi per il secondo semestre dell’anno, dando priorità a investimenti volti al rilancio immediato di uno sviluppo rapido, solido e sano, in grado di dare il massimo grado di protezione e fluidità a tutta la filiera. È nostro compito e nostra responsabilità volgere uno sguardo sul medio-lungo periodo, per traghettare il Gruppo — e tutto il suo universo fatto di persone, famiglie, aziende terze, professionisti, produttori, partner — verso uno scenario sempre più internazionale e sempre più ripartito su diversi canali, dotando il nostro modello di business di un livello di rischio più contenuto, nella piena consapevolezza di tutte le insidie e le incertezze, ma anche le opportunità, che questo comporterà.
Ci stiamo muovendo con responsabilità, cercando di mantenere il più possibile un atteggiamento costruttivo per affrontare l’emergenza senza smettere di guardare al futuro, ma attrezzandoci per uno scenario di uscita che in prospettiva potrebbe essere molto diverso da quello di entrata.
Siamo consci delle difficoltà che incontreremo lungo la strada, ma siamo anche certi di avere la forza, la determinazione e la solidità economica e finanziaria per poterle superare. Lo sguardo rivolto al futuro ci deve mettere nelle condizioni di andare oltre questa emergenza cogliendo tutte le opportunità per rinforzare il nostro profondo legame con i diversi stakeholder. Dovremo impostare una supply chain sempre più innovativa e integrata, supportata da un massiccio programma di ricerca in cui tutti gli investimenti e gli obiettivi del Gruppo saranno rivolti non soltanto a un’accelerazione di programmi, prodotti e processi sostenibili, ma anche ad adeguati livelli di protezione e di mitigazione degli impatti di una potenziale crisi globale, in modo da anticipare e cercare di adattarsi ai nuovi tempi che ci aspettano.
Giuseppe Lavazza è Vice Presidente del Gruppo Lavazza.