Archivio

Andrea Dossi, Giulio Allevato

Tax Director: un tecnico sempre piĆ¹ manager

Presentiamo di seguito ai lettori di Economia & Management un estratto dell'articolo di Andrea Dossi e Giulio Allevato, Tax Director sugli scudi, la cui versione integrale è disponibile sul n. 5-6/2018 di Economia & Management.

Definire il ruolo del Tax Director in impresa è questione complessa. Invero, nonostante la tradizionale natura specialistico-professionale di una tale figura, le evoluzioni della normativa hanno reso la fiscalità una delle prospettive imprescindibili nell’elaborazione di decisioni strutturali (strategico-societarie-organizzative) e operative (architettura dei processi) di business. Ma il richiedere che il Tax Director partecipi sempre di più ai processi decisionali può sembrare stridere con il generale obiettivo di compliance fiscale che tale ruolo dovrebbe avere, che ha a che fare con le sue responsabilità «esterne» più che interne.

Proprio con l’obiettivo di comprendere quali siano oggi il ruolo e le responsabilità del responsabile della funzione fiscale in azienda (il Tax Director, appunto) in Italia, l’Osservatorio Fiscale e Contabile di SDA Bocconi School of Management (OFC) ha condotto, tra il 2016 e il 2017, una survey presso oltre 50 società di grandi dimensioni operanti nel nostro Paese.

I risultati della survey – che costituisce l’aggiornamento di una simile iniziativa condotta da OFC nel 2008 ma, grazie alla collaborazione con l’Associazione dei Fiscalisti d’Impresa (AFI), ne ha integrato notevolmente il raggio d’azione e il campione – saranno illustrati nei paragrafi che seguono e possono essere ripartiti nelle tre seguenti aree:

 

  1. profilo, aspetti retributivi e aspirazioni;
  2. funzioni e attività;
  3. rapporto con l’Amministrazione finanziaria e con la giustizia tributaria e gestione del rischio fiscale.

 In ragione di determinati fattori, il Tax Director può presentare un profilo più da professionista prestato all’azienda o, invece, un profilo più manageriale. Tali fattori consistono, principalmente, ne:

 

  • le dimensioni e l’organizzazione dell’impresa (grande/medio-piccola);
  • l’appartenenza a un gruppo multinazionale estero o a un gruppo domestico;
  • la compagine sociale (public company/ristretta base sociale);
  • la sensibilità del management o della «proprietà» ai temi fiscali, sia in termini finanziari sia reputazionali e quindi di gestione del rischio.

 

Dai risultati della survey, si evince che il possesso di un’alta specializzazione continua a essere una condicio sine qua non per l’hiring di un Tax Director. La laurea in Economia, l’abilitazione all’esercizio della professione di dottore commercialista e una significativa esperienza lavorativa, specie se nella medesima azienda, continuano a costituire i principali fattori riconosciuti dai Tax Director come funzionali alla propria investitura in tale ruolo (rispetto al 2008, si registra una flessione della percentuale di laureati in Giurisprudenza).

Ciononostante, dai dati rilevati deve desumersi la tendenza alla caratterizzazione sempre più manageriale del Tax Director. Tale considerazione deriva dalla lettura combinata di vari dati emergenti dalla survey e, in particolare, dal mutamento del portafoglio di funzioni e attività svolte o comunque presidiate dal Tax Director, nonché dagli obiettivi cui è collegata la parte variabile della sua retribuzione (Figura 1).

figura 1 portafoglio di attività del Tax Director (%)

tax director figura 1

La panoramica delle funzioni e attività svolte dal Tax Director conferma, anzitutto, un maggior impegno sul fronte della gestione interna del rischio fiscale, che implica, come sarà meglio illustrato in seguito, l’implementazione e la gestione di un sistema strutturato di controllo interno che coinvolga non solo il personale tax ma anche quello afferente alle altre funzioni aziendali.

Inoltre, la survey ha consentito di riscontrare come obiettivi tipicamente manageriali – consistenti, per l’appunto, nella minimizzazione del rischio fiscale e nel conseguimento di risultati economico-aziendali complessivi, nonché nell’efficientamento dei costi di gestione e sviluppo della propria funzione – rappresentino oltre il 70 per cento del target che un Tax Director deve oggi raggiungere per ottenere l’assegnazione della parte variabile della propria retribuzione (Figura 2). In forte diminuzione rispetto al 2008 è il peso specifico del tax rate effettivo, che nel 2008 contava per circa il 30 per cento, mentre oggi ha un peso del 12 per cento fra gli obiettivi da raggiungere. Tali dati riflettono un adeguamento agli standard internazionali, circostanza imposta dalle mutate caratteristiche del campione, che, rispetto al 2008, registra un incremento delle società appartenenti a gruppi multinazionali esteri e un consolidamento di imprese domestiche in realtà societarie con una maggiore vocazione internazionale.

figura 2 obiettivi da conseguire per ottenere l’assegnazione della parte variabile della retribuzione del Tax Director (%)

tax director figura 2

tax director home