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La sfida delle infrastrutture elettriche
Il contesto energetico mondiale è negli ultimi anni fortemente influenzato da trend economici e sociali che hanno impatti anche sul futuro sviluppo energetico e sociale dell’Africa.
L’aumento del tasso di natalità e della speranza di vita stanno rapidamente facendo crescere la popolazione a livello globale e in maniera particolarmente accentuata in Africa: si prevede che l’attuale popolazione africana raddoppierà entro i prossimi 35 anni raggiungendo i 2,5 miliardi di persone, di cui quasi 1 miliardo di età inferiore ai 18 anni. Ciò intensificherà i problemi esistenti in merito a occupazione giovanile, servizi sociali e sistemi di welfare.
Il fenomeno di aumento della popolazione sarà accompagnato da un altro trend riscontrabile anche in altre aree del globo, l’urbanizzazione: entro il 2030, oltre la metà della popolazione africana vivrà nelle città. L’urbanizzazione porta opportunità significative per lo sviluppo socio-economico e una vita più sostenibile, ma sta anche creando necessità di infrastrutture e risorse.
A livello economico si sta assistendo a un riequilibrio delle forze globali, con i Paesi emergenti che stanno esercitando una sempre maggiore influenza: tutto questo richiede alle istituzioni internazionali e ai governi nazionali una maggiore attenzione al mantenimento della loro trasparenza e inclusività.
Crescita della popolazione, crescita economica e cambiamenti climatici porteranno a una grande domanda di risorse essenziali come acqua potabile, cibo ed energia elettrica. In particolare l’accesso all’elettricità è una delle sfide cruciali per l’Africa. Vale la pena ricordare che l’energia è un diritto strumentale e condizione imprescindibile per migliorare salute, istruzione e standard socio-economici.
A oggi l’Africa subsahariana ospita il 14 per cento della popolazione mondiale e il 60 per cento del miliardo di persone senza accesso all’elettricità a livello globale. Solo 10 Paesi africani hanno tassi di accesso all’elettricità superiori al 50 per cento, mentre i restanti hanno un tasso medio di accesso alla rete di poco superiore al 25 per cento. La situazione non migliorerà secondo le attuali previsioni al 2030: infatti, nonostante i grossi sforzi previsti che porteranno il tasso di elettrificazione medio della zona subsahariana al 59 per cento, il numero di persone senza acceso all’elettricità per effetto dell’aumento della popolazione non diminuirà e l’Africa ospiterà circa il 90 per cento dei 670 milioni di persone che globalmente non avranno accesso all’elettricità. A questi numeri andrebbero aggiunti i milioni di africani che vivono in condizioni di povertà energetica per avere il quadro completo dell’emergenza energetica del continente e della situazione di disuguaglianza energetica in cui vive.
Queste cifre richiedono azioni rapide, efficaci e correttamente pianificate per lo sviluppo della fornitura di energia elettrica del futuro: per raggiungere tale scopo sarà necessario un approccio olistico, definendo piani di sviluppo per generazione, trasmissione e distribuzione che tengano conto dei trend in atto, con attenzione particolare per il macro-fenomeno dell’urbanizzazione.
Un’analisi IEA ha rivelato che tra il 2000 e il 2016 la maggior parte delle persone che hanno avuto accesso all’elettricità in tutto il mondo lo ha fatto attraverso nuove connessioni alle reti elettriche centralizzate.
La storia di successo dell’India è un buon esempio da menzionare. Grazie agli investimenti sulle reti e alle nuove connessioni realizzate dai governi negli ultimi due decenni, il tasso di elettrificazione del Paese ha registrato una crescita significativa raddoppiando le persone con accesso all’energia elettrica, passando da mezzo miliardo a un miliardo. L’impegno concreto delle istituzioni politiche ha permesso di migliorare in modo massiccio la qualità della vita della popolazione e di avviare un percorso virtuoso che porterà l’India a raggiungere l’accesso universale all’elettricità nei primi anni del decennio 2020, con fonti rinnovabili che forniscono energia al 60 per cento della popolazione che ottiene l’accesso.
Anche se alcune peculiarità differenziano i due contesti (per esempio la densità della popolazione), anche in Africa, stante il progressivo aumento della concentrazione della popolazione nelle cosiddette megalopoli, l’elettrificazione attraverso le centrali elettriche di grossa taglia e collegate alla rete risulterà la principale soluzione per garantire alla maggioranza della popolazione l’accesso all’elettricità.
In effetti, gli investimenti nelle reti di trasmissione e distribuzione sono generalmente più convenienti e sicuri se costruiti per servire un’area con una forte domanda, mentre gli investimenti nelle aree rurali risultano più impegnativi. Tuttavia, i sistemi decentralizzati svolgeranno un ruolo fondamentale di complementarietà per asservire popolazioni poco concentrate e lontane dalla rete.
Gli investimenti necessari richiedono un’abbondante fonte di finanziamento e le sole risorse pubbliche non saranno sufficienti: sarà necessaria la promozione di nuovi schemi commerciali e di finanziamento al fine di attrarre investitori privati. Si vedono già esempi di questo tipo a livello internazionale in Brasile, Perù, Cile e India. Lo sviluppo di politiche per costruire un ambiente attraente per espandere le infrastrutture di trasmissione anche in Africa richiede un ampio consenso tra le parti interessate, compresi i governi, i regolatori e le utility. L’approccio per farlo dovrebbe essere guidato dall’esperienza acquisita nel settore della generazione attraverso il modello di Independent Power Producer.
In merito alla generazione, il mix tecnologico sarà il risultato della strategia di approvvigionamento energetico che i diversi governi attueranno prendendo in considerazione da un lato l’attuale parco di generazione, dall’altro le opportunità di investimento concesse dall’evoluzione tecnologica.
Infatti, anche se in Africa l’elettricità è prodotta principalmente da combustibili fossili, negli ultimi cinque anni le energie rinnovabili hanno iniziato a guadagnare terreno: molti Paesi hanno avviato o rivisto i loro programmi di sviluppo delle rinnovabili. Le ragioni dietro questa scelta sono di origine sia economica sia strategica. Il declino dei costi della tecnologia, l’abbondanza delle risorse e il sostegno più forte da parte delle istituzioni finanziarie internazionali stanno guidando il lancio delle energie rinnovabili in Africa. I benefici di uno sviluppo energetico sostenibile aiuterebbero i governi africani a rafforzare la sicurezza energetica, ridurre le bollette delle importazioni e diversificare il mix energetico, fungendo da base per una prosperità di lungo termine. Inoltre, la produzione di elettricità in modo pulito e sostenibile porta di per sé crescita industriale, sviluppo socio-economico, creazione di posti di lavoro locali, promozione dell’imprenditorialità, economia circolare e uguaglianza dei sessi.
Inoltre, oggi la costruzione di un nuovo impianto rinnovabile oltre che più veloce è anche più economica rispetto alla costruzione di uno convenzionale, rendendo le rinnovabili un perfetto connubio tra competitività e basso impatto ambientale.
Per quanto detto, gli impianti di energia rinnovabile collegati alla rete sono la soluzione più rapida, sostenibile e competitiva per elettrificare il continente. Ciononostante, oltre al già citato adeguamento delle infrastrutture di trasmissione e di distribuzione, è necessario un ambiente favorevole in termini di quadro regolatorio e accesso ai mercati finanziari.
Uno dei principali ostacoli che gli operatori di energia devono investire in Africa è la sostenibilità finanziaria e la disponibilità di adeguati programmi di finanziamento dei progetti. Aumentare la disponibilità di finanziamenti a costi e rischi ridotti nella regione potrebbe portare al giusto profilo di rischio-rendimento e catalizzare gli investimenti privati. A volte i rischi sovrastimati legati al completamento del progetto, alla generazione di ricavi e ai costi operativi minano la fattibilità e la redditività dei progetti. Per attrarre il settore privato, è necessario fornire regolamenti chiari e coerenti, allocare i rischi in maniera adeguata, garantire la credibilità della controparte e chiedere il supporto di istituzioni esterne per mitigare i rischi.
Inoltre, è importante che i governi dimostrino volontà politica per supportare lo sviluppo: stabilire le priorità e pianificare gli sforzi, tenere d’occhio il lungo periodo, concentrarsi sui quadri regolatori e le capacità necessarie per far prosperare il settore.
L’adozione di validi quadri normativi è necessaria per superare diverse sfide di investimento. Infatti, nonostante i significativi progressi nella riduzione dei costi e nel miglioramento delle procedure, l’incertezza normativa rimane uno dei maggiori rischi per gli investitori in Africa. Processi decisionali non completamente trasparenti e implementazione incoerente delle regole normative generano imprevedibilità per gli investitori, aumentando il rischio di investimento e l’incertezza sui rendimenti attesi dei progetti. Di conseguenza, molti investimenti, anche se commercialmente redditizi ed economicamente interessanti, non raggiungono la fase di esecuzione.
Sul versante della generazione, diversi Paesi africani sono sulla strada giusta per rispondere a queste sfide normative e finanziarie, ma ancora molti sforzi devono essere attuati per migliorare le tempistiche dei programmi messi in atto e per migliorare la mitigazione dei rischi.
Un esempio piuttosto promettente è il programma «Scaling Solar» della Banca Mondiale, che per la prima volta è stato implementato in Zambia nel 2016 ed è stato replicato anche in Senegal, Madagascar ed Etiopia.
Si tratta di un processo competitivo per l’aggiudicazione di capacità solare fotovoltaica: le sue peculiarità sono regole chiare, tempistiche ridotte e fasi standardizzate, ma anche disponibilità di un pacchetto di servizi di consulenza, modelli di contratti per finanziamenti, garanzie e assicurazioni, sviluppati dalle varie branch del gruppo World Bank per aiutare i governi e le utility a procurare energia solare in modo trasparente, competitivo e a basso costo.
Dal lato della trasmissione, l’investimento del settore privato in progetti di trasmissione economicamente redditizi può avere anche un effetto di abbassamento dei costi di produzione, dal momento che con una maggiore capacità di trasmissione le utility possono aumentare le vendite di elettricità. Inoltre, il coinvolgimento privato può portare capacità manageriali, know-how tecnico e incentivi alla performance.
L’iniziativa Scaling Solar ha riscosso successo presso governi e investitori. Perché non «copiarne» il modello e incoraggiarne un’analoga di emanazione europea come vero programma di sostegno all’elettrificazione del continente africano attraverso la promozione di nuove reti e nuova capacità rinnovabile?
In conclusione, l’attesa evoluzione economica e sociale in Africa per i prossimi decenni deve essere sostenuta da uno straordinario sforzo nello sviluppo delle infrastrutture di generazione e trasmissione. Con le grandi risorse rinnovabili e il crollo dei prezzi nella produzione di energia solare ed eolica, l’opportunità di uno sviluppo sostenibile è reale e sta già iniziando a prendere forma. Sono necessari sforzi ancora rilevanti, come lo sviluppo e l’esecuzione di infrastrutture di rete senza le quali il previsto sviluppo del continente non si avvererà. I governi devono mostrare il loro chiaro coinvolgimento e impegno a guidare il cambiamento implementando le regole necessarie per supportare le imprese e gli investitori.
(Antonio Cammisecra è Direttore Divisione Globale Energie Rinnovabili e Amministratore Delegato di Enel Green Power)