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#StartupDay: allenarsi a chiedere perché
Millions saw the apple fall, but Newton was the one who asked why.
(Bernard Baruch)
Seppur dedicata alle storiche gesta di uno scienziato, la citazione di Bernard Baruch ha il vantaggio di spiegare, con poche parole chiare, le caratteristiche essenziali che accomunano innovazione e imprenditorialità.
Sia nella creazione di nuove imprese, sia nei processi innovativi, infatti, l’innesco è spesso rappresentato dall’osservazione di fenomeni o comportamenti e dal porsi la domanda: «Perché?». Perché accadono? Perché non proviamo a modificarli?
L’individuazione di bisogni e aspettative non soddisfatti o soddisfatti in modo parziale o inefficiente (Uber, Airbnb). La scoperta di nuove soluzioni – per lo più prodotti e servizi – che faranno emergere bisogni latenti, o ingenereranno nuovi bisogni (Facebook, iPhone). L’applicazione di soluzioni già in essere a problematiche diverse rispetto a quelle che le hanno originate (farmaci off-label, food delivery).
Sono tutti esempi di innovazioni, che spesso hanno dato vita a nuove imprese, che condividono le stesse radici della domanda di Newton. Naturalmente non si vogliono qui banalizzare il processo innovativo o il progetto imprenditoriale, che richiedono risorse ingenti e, soprattutto nelle fasi implementative, un approccio molto rigoroso e strutturato di execution. Al contrario, ci preme sottolineare l’importanza della curiosità, dell’analisi delle cause dei fenomeni, della sfida allo status quo e della valutazione del rischio perché si tratta dell’humus fondamentale sul quale può germogliare l’entrepreneurial mindset, ossia l’attitudine a ragionare in modo proattivo, flessibile e aperto alle nuove opportunità. Senza l’intuito, difatti, non esiste innovazione.
Oggi, e ancor più nel futuro prossimo, poter contare su questo tipo di attitudine potrà fare la differenza. Anzitutto perché le carriere saranno più lunghe, per via dell’aumento dell’aspettativa di vita, e potrà dunque rivelarsi estremamente utile coltivare anche l’opzione imprenditoriale. In secondo luogo perché la tecnologia e la digitalizzazione hanno abbassato le barriere all’ingresso: chiunque abbia un’idea imprenditoriale può realizzarla più facilmente che in passato. Infine, perché in epoca di open innovation le imprese sono affamate di innovazione e a questo fine promuovono al loro interno iniziative imprenditoriali o comunque progetti innovativi.
Anche alla luce di queste considerazioni, l’Università Bocconi realizza iniziative come Bocconi #StartupDay, che incoraggiano studenti e alumni a misurarsi con la sfida imprenditoriale, allenando sul campo l’attitudine all’imprenditorialità.
#StartupDay è una palestra per migliorare (partecipando al Training Camp), testare (incontrando gli investitori), e, nei casi di maggior successo, finanziare e quindi concretizzare l’idea innovativa.
In questa iniziativa tuttavia, soprattutto per gli studenti più giovani, il percorso è importante quanto il traguardo. I 300 aspiranti imprenditori selezionati in questi tre anni hanno infatti vissuto un’esperienza che ha messo alla prova il loro entrepreneurial mindset, arricchendo di una tappa significativa il loro #Pathways2Progress.
(Silvia Colombo è Direttore Affari Istituzionali dell’Università Bocconi
Gianmario Verona è Rettore dell’Università Bocconi)