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Troppo vecchi per essere produttivi?
Un intervento pubblicato dal blog del Fondo Monetario Internazionale e firmato da Shekhar Aiyar, Christin Ebeke e Xiaobo Shao presenta i risultati di uno studio sugli effetti dell’invecchiamento della forza lavoro sulla produttività del lavoro. Gli effetti negativi si manifestano soprattutto attraverso la componente della produttività totale dei fattori (TFP), dovuta al progresso tecnico e alla crescita del capitale umano. Si stima che se nell’area dell’euro si sterilizzasse l’invecchiamento della popolazione si avrebbe un aumento dell’1 per cento all’anno della TFP.
La questione è particolarmente urgente in Italia, che più di altri paesi è soggetta a un rapido invecchiamento della popolazione e al tempo stesso soffre di una lunga stagnazione della produttività. Due riflessioni si impongono: una a carattere strutturale, l’altra contingente.
Quanto al primo aspetto: il fenomeno dell’invecchiamento della forza lavoro investirà per lungo tempo la nostra economia. Con le tendenze demografiche attuali, esso può essere alleviato in parte solo dalla migrazione. Due correttivi diventano allora urgenti. Il primo è una politica per l’immigrazione, mirante a un inserimento attivo e a un aumento del capitale umano della forza lavoro immigrata. Il secondo è dato da politiche aziendali nei confronti degli occupati anziani: studi aziendali hanno dimostrato che in contesti organizzativi appropriati la produttività e la propensione ad accettare le innovazioni dei lavoratori anziani non diminuiscono.
L’aspetto contingente è legato all’accentuazione del fenomeno dell’invecchiamento conseguente alle riforme pensionistiche. L’incremento dell’età della pensione e l’eliminazione dei piani di pensionamento anticipato annullano l’effetto di selezione dei lavoratori anziani, che portava – per decisioni congiunte dell’impresa e del lavoratore – all’uscita dall’occupazione dei lavoratori meno produttivi. Una volta eliminata questa fonte di selezione, l’effetto di caduta della produttività può essere, in Italia, anche più grave che altrove. Il rimedio è sotto gli occhi di tutti: recuperare flessibilità in uscita o nelle condizioni contrattuali del lavoro anziano. È un tema, questo, che non può essere lasciato alle scelte governative, ma al quale devono concorrere, per i vantaggi che ne otterrebbero, anche le imprese e i sindacati dei lavoratori.
(Enrico Zaninotto è professore di Economia e Gestione delle Imprese presso l'Università di Trento)