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29/06/2016 Davide Reina

A proposito della capacità di intravedere il futuro

One falling leaf is not just one leaf; it means the whole autumn

Proverbio giapponese

Questo proverbio zen sottolinea l’importanza del saper cogliere quelli che gli economisti definiscono, con un’espressione poco chiara, segnali deboli. Una foglia che cade infatti è un segnale. Ma non è un segnale debole. Forse farà poco rumore: è una foglia, ed è una foglia sola. Ma annuncia l’arrivo di una grande trasformazione che cambierà l’aspetto di tutta la foresta.

Non esistono segnali deboli. Esistono segnali significativi, oppure no. I bravi imprenditori questo lo sanno istintivamente. E istintivamente, applicano il metodo induttivo. Cioè, colgono nella realtà piccoli segnali specifici che traducono in conseguenze di grande e generale portata, in base alle quali costruiscono la propria idea imprenditoriale. Proseguendo nella metafora che il proverbio utilizza: i bravi imprenditori intuiscono l’autunno nella foglia che cade. Ma allora: perché così tante aziende si accorgono dell’autunno soltanto quando tutto il bosco è ormai spoglio? Essenzialmente perché ragionano sul futuro nello stesso modo con cui ragionano sul presente. E cioè applicando il metodo deduttivo: da una piccola evidenza, piccole conseguenze.

Questo è sbagliato. Non si ragiona sul futuro per deduzione ma, come appunto fanno istintivamente i bravi imprenditori, per induzione. Per chi ragiona secondo deduzione la foglia che cade nel presente è anche la foglia che cadrà nel futuro. Chi ragiona per induzione invece, vede invece nella foglia che cade l’autunno che arriva perché proietta nel futuro l’evoluzione del fenomeno osservato nel presente, cercando (l’imprenditore lo fa per istinto) di stimarne velocità e dimensione. E infine, sulla base di questa stima, cercando di dimensionare la propria opportunità imprenditoriale.

In poche parole: il problema è nel modo in cui si ragiona. La deduzione è statica mentre l’induzione è dinamica. La deduzione è constatatoria mentre l’induzione è anticipatoria. Per questo le imprese deduttive si accorgono dell’autunno soltanto quando tutto il bosco è spoglio: impiegano un modo di pensare sbagliato. Dal quale consegue un modo di agire (in questo caso, di non agire se non quando il fenomeno è conclamato) sbagliato. Il loro limite non è nel denaro, o nelle tecnologie, o nelle dimensioni. Il loro limite è nel modo di pensare. E cambiare il modo di pensare è difficilissimo. Mai come per queste imprese vale una bella frase del grande economista J.K. Galbraith, secondo il quale il destino della saggezza convenzionale è quello di essere sconfitta dal corso degli eventi.

Per questo, in qualsiasi mercato esisteranno sempre delle imprese in anticipo e delle imprese in ritardo. Le prime ragionano sul futuro per induzione, le seconde per deduzione. E l’eccellenza delle prime non è soltanto dovuta alla loro capacità di essere in anticipo, ma anche alla capacità (se così si può dire) delle seconde di essere in ritardo. Insomma: l’eccellenza propria è anche figlia della mediocrità altrui.

diogene