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La partita dello zero virgola

Anche lo zero virgola di crescita può essere a rischio e questa non è certo una buona notizia, per imprese, consumatori, cittadini. Ma su una buona notizia che c’è, quella che nel 2015 il gap di crescita dell’Italia con l’eurozona si è dimezzato, si può costruire qualcosa di meglio.

Sul come fare c’è da discutere e lo si farà nel corso dell’incontro-dibattito che Economia & Management ha promosso nell’ambito del Festiva Città Impresa di Vicenza: il 1° aprile, alle 16.30 (www.festivalcittaimpresa.it), il Direttore Guido Corbetta, Francesco Daveri, dell’Università Cattolica di Piacenza (qui il suo articolo per il n. 2 di E&M sulle tematiche che saranno oggetto di dibattito) e il viceministro dell’Economia, Enrico Zanetti, si confronteranno su minacce e opportunità presenti e incombenti.

«Di fronte a una ripresa che si sta fermando – sottolinea Daveri – è opportuno concentrarsi su alcune minacce».

Daveri ne indica tre.

La prima è relativa a una domanda interna che potrebbe smettere di crescere e che è stata trainante nel 2015, almeno fino all’ultimo scorcio dell’anno (e i consumi alimentari hanno fatto la parte del leone).

La seconda minaccia è che la ripresa è molto diseguale tra i settori, visto che riguarda soprattutto i beni di investimento e i prodotti energetici, mentre al palo rimangono, addirittura dal 2008, i beni durevoli e intermedi; per i non durevoli siamo a incrementi minimi. A macchia di leopardo, come spesso di dice, è la ripresa nei territori: molti distretti si sono ripresi (tabella 1.1), per altri è ancora notte (quasi) fonda (tabella 1.2).

 

vicenza impresa 1

vicenza città impresa 2

La terza minaccia è rappresentata dai bilanci delle banche: «si assiste – precisa Daveri – a una ripresa senza credito, malgrado gli interventi della BCE. È vero che le banche, quasi tutte, si sono ricapitalizzate, ma rimane alto il volume dei crediti deteriorati e questo frena il credito, fenomeno particolarmente forte nel settore costruzioni e immobiliare».

Lo sforzo di neutralizzare tali minacce con, per esempio, un taglio di tasse più corposo, può trovare un ostacolo nell’alto debito e in una poco incisiva spending review.

Ce n’è da fare, non c’è che dire. Per la politica certo, ma «le aziende, dal canto loro – precisa Guido Corbetta – devono accelerare i processi di crescita usando tutte le risorse disponibili, manageriali e finanziarie. Nei prossimi anni, per effetto della geopolitica e delle tecnologie digitali, si ridefiniranno le regole competitive in molti settori e le imprese italiane devono decidere quale ruolo vogliono giocare». 

Zero virgola