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29/01/2020 Cecilia Attanasio Ghezzi

Coronavirus: quello che Pechino non racconta

Mentre i media di Stato ci informano che la città sta costruendo due ospedali a velocità record, sui social network si trovano le denunce di persone comuni che non hanno mezzi per raggiungere gli ospedali o che non hanno fatto in tempo a comprare il necessario prima che le farmacie esaurissero le scorte e i trasporti cittadini fossero sospesi.

Quasi tremila contagi in 16 Paesi e oltre 80 decessi (1). 16 città in quarantena, per un totale di circa 56 milioni di persone bloccate (poco meno del totale della popolazione italiana per dare un’idea). Da Wuhan lamentano supermercati vuoti (2), prezzi al dettaglio triplicati, mascherine e disinfettanti ormai introvabili, ospedali affollatissimi (3), letti e personale medico carente. E mentre la tv di Stato santifica la figura di Liang Wudong, medico in pensione richiamato per affrontare l'emergenza, contagiato dal virus e deceduto «sul campo», i social sono pieni di video di cittadini in coda che attendono di essere esaminati, persone riverse nelle corsie di ospedale, sfoghi del personale ospedaliero che non si ferma da giorni (4) e che è costretto a indossare cateteri per non perdere tempo nemmeno per andare al bagno.

I media di Stato ci informano che la città sta costruendo due ospedali, rispettivamente da 1000 e 1300 posti letto, a velocità record. Devono ancora gettare le fondamenta, ma la promessa è che saranno pronti in una decina di giorni. Le telecamere riprendono un immenso cantiere dove gli operai, che indossano tutti una mascherina, rilasciano interviste che trasudano l’orgoglio patriottico di rinunciare alle festività del Capodanno cinese per aiutare i propri concittadini. Scrollando invece i social network, troviamo le denunce di persone comuni che non hanno mezzi per raggiungere gli ospedali (5) o che non hanno fatto in tempo a comprare il necessario prima che le farmacie esaurissero le scorte e i trasporti cittadini fossero sospesi.

Dalle finestre delle proprie abitazioni i cittadini riprendono una città fantasma: pochissime persone per strada, negozi chiusi, viali deserti. Gira l’immagine di un benzinaio che ha affisso un cartello: «niente benzina per le macchine targate Wuhan, per tutte le altre un massimo di 100 yuan», poco meno di 13 euro. Analisti e commentatori si compiacciono della velocità e l’apertura con cui la Repubblica popolare sta rispondendo alla crisi paragonandola ai lunghi mesi di silenzio che nel 2003 avevano preceduto l’annuncio della Sars. Ma qualsiasi riferimento si faccia a quel periodo viene censurato (6). E la verità è che anche questa volta non sappiamo esattamente com’è andata.

Le prime notizie di polmonite virale a Wuhan risalgono all’8 dicembre 2019 – secondo la rivista scientifica Lancet il primo caso risale addirittura al 1° dicembre (7) – ma le autorità non ne hanno dato notizia fino al 31 dello stesso mese ed è solo dal 20 gennaio di quest’anno, quando ne ha parlato pubblicamente il presidente Xi Jinping, che si sono cominciate a prendere misure. Tant’è che Zhou Xianwang, sindaco della megalopoli in quarantena, solo il 26 gennaio ha annunciato, indossando una mascherina, che la situazione è più grave del previsto e che «cinque milioni di residenti hanno lasciato Wuhan prima che scattassero le misure di sicurezza» (8).

Il quotidiano locale Wuhan Wanbao, con una tiratura di 850mila copie, ha riportato la notizia in prima pagina solo dopo le parole del presidente, mentre fino a un paio di giorni prima titolava in merito a un banchetto per 40mila famiglie con cui la città aveva battuto il record di servire il maggior numero di persone durante un singolo evento e sulla preparazione della città ai festeggiamenti per il nuovo anno (9). D’altronde, dal 7 al 17 gennaio la città ospitava il Congresso annuale delle più alte autorità municipali e provinciali, e tutto doveva filare liscio.

Le prime persone che hanno condiviso sui social informazioni sul virus sono state fermate dalla polizia con l’accusa di «diffondere dicerie» (10). Ai medici è stato proibito parlare con amici e parenti (11) e agli ospedali è stato imposto l’obiettivo di «nessun contagio tra il personale». Il 10 gennaio l’esperto di malattie respiratorie scelto dal governo, Wang Guangfa, aveva dichiarato alla televisione di Stato che la situazione era «sotto controllo», ma appena undici giorni dopo era stato costretto ad ammettere di aver contratto il virus durante la sua breve ispezione a Wuhan (12). Quello stesso giorno i cinesi sono venuti a conoscenza di tre fatti di fondamentale importanza: il virus si trasmette da uomo a uomo, è consigliabile indossare maschere protettive e 14 membri del personale medico degli ospedali sono stati contagiati (13). Il giorno successivo aerei e treni da e per la città erano stati soppressi. In questa situazione non stupisce che la popolazione non si fidi del governo.

E infatti si moltiplicano i casi di denunce di chi ha assistito alla morte di un familiare per infezione polmonare senza che i medici facessero ulteriori controlli (14). E sono in molti a credere che la diffusione del coronavirus sia molto più capillare di quanto fin’ora certificato. D’altronde questo virus è stato identificato ad Hong Kong e in altri Paesi dell’Asia orientale prima ancora che il governo di Pechino registrasse l’esistenza di casi sul suo territorio all’infuori di quelli della regione di Wuhan. Può esistere un virus che colpisce i territori più lontani dal suo focolaio prima di quelli vicini? In Cina sì, per questo sui social l’hanno soprannominato «il virus patriottico».

 

  1. https://gisanddata.maps.arcgis.com/apps/opsdashboard/index.html#/bda7594740fd40299423467b48e9ecf6
  2. https://twitter.com/qingqingparis/status/1220421557673234432
  3. https://twitter.com/muyixiao/status/1220026097095581697
  4. https://twitter.com/badiucao/status/1220729514000633858
  5. https://twitter.com/violazhouyi/status/1220562003103645698/photo/1
  6. https://www.nytimes.com/2020/01/22/health/virus-corona.html
  7. https://www.thelancet.com/journals/lancet/article/PIIS0140-6736(20)30183-5/fulltext
  8. https://www.globaltimes.cn/content/1177882.shtml
  9. https://mp.weixin.qq.com/s/ND-xkV5wHJEkACOBcUHiUAr
  10. https://twitter.com/LiYuan6/status/1219469189129203712
  11. https://twitter.com/WilliamYang120/status/1220561199814701056
  12. https://www.weibo.com/2656274875/IqCSrAXel?type=comment#_rnd1579700865617
  13. https://twitter.com/roseluqiu/status/1219629437186191364
  14. https://twitter.com/bylijing/status/1220766437158993921
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