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23/12/2019 Cecilia Attanasio Ghezzi

Sorveglianza digitale

Secondo i media di Stato, giĆ  nel 2017 il governo cinese aveva dislocato nel Paese 200 milioni di telecamere dotate di sistemi per il riconoscimento facciale

Le tecnologie della sorveglianza diventeranno un mercato del valore di 62 miliardi di dollari già nel 2023 (1) e sembrerebbe proprio che anche questo campo sarà dominato dalla Cina. Otto delle dieci città più sorvegliate al mondo sono nella Repubblica popolare (2) dove il riconoscimento facciale

si usa già in molte delle stazioni ferroviarie, nelle banche, negli aeroporti, in alcuni edifici scolastici, in molti hotel e nelle metropolitane. Non solo. Da questo mese chiunque voglia acquisire una sim card dovrà obbligatoriamente sottoporsi alla scansione del suo volto (3). È il risultato di un ambizioso programma governativo lanciato nel 2017 (4) che prevede di coprire la maggioranza della popolazione entro il 2020.

Così mentre le democrazie occidentali cercano di mettere in piedi una legislazione per tutelare la privacy dei propri cittadini, le tecnologie cinesi vengono vendute in gran parte del mondo. Per gli analisti del IHS Markit già nel 2018 a Pechino era riconducibile quasi la metà del mercato globale legato al riconoscimento facciale e la stessa registrava un +13,5 per cento sull’anno precedente contro un mero +5 per cento del resto del mondo (5). Secondo una ricerca dell’ong statunitense Carnegie Endowment for International Peace (6) almeno 52 governi – di cui 36 hanno firmato il Memorandum of Understandig della Belt and Road Initiative (7) – le stanno sperimentando nei propri Stati.

Sono tecnologie che fanno capo ad aziende come Huawei (8), Hikvision, Dahua e SenseTime alcune delle quali hanno sperimentato i propri algoritmi sulla popolazione dello Xinjiang, la regione dell’estremo occidente cinese a maggioranza musulmana dove almeno un milione di persone è stata rinchiusa in «campi di rieducazione» (9). Sulla carta, è tutto giustificato dal piano made in China 2025: se si vuole assicurare una transizione serena alla seconda economia del mondo, bisognerà trasformarla da polo manifatturiero a produttore tecnologico. E l’innovazione oggi significa 5G, smart cities, intelligenza artificiale e riconoscimento facciale.

Ques’ultimo poi, per svilupparsi al meglio, deve essere sperimentato su varie tipologie somatiche, ecco perché le stesse aziende firmano partnership strategiche in tutto il mondo, dallo Zimbabwe al Venezuela, dall’Australia al Myanmar e via dicendo. Huawei, la cui presenza è stata definita dagli USA una minaccia per la sicurezza nazionale, vende apparecchi per la videosorveglianza in circa 230 città in tutto il mondo e, secondo il sopracitato rapporto di Carnegie, ha già sbaragliato qualsiasi concorrente.

Già nel 2017 i media di Stato cinesi dichiaravano che con 200 milioni di telecamere coadiuvate dall’intelligenza artificiale, la Cina aveva costruito la più grande rete di videosorveglianza nel mondo. Tanto che persino i cinesi hanno cominciato a farsi domande. Un sondaggio condotto tra ottobre e novembre dal Nandu Personal Information Protection Research Centre di Pechino (10) ha evidenziato come l’80 per cento di un campione di oltre seimila persone temeva che i dati raccolti con la video sorveglianza potessero essere trafugati ed essere usati da malfattori. Ciononostante più del 60 per cento degli stessi conveniva sul fatto che era un sistema piuttosto comodo per garantire la sicurezza nelle strade.

La polizia cinese ha infatti il più grande database di volti al mondo con oltre un miliardo di persone registrate attraverso le carte di identità e, se la qualità delle foto è buona, è possibile incrociarli con quelli scansionati nelle strade e nelle stazioni. La sperimentazione del cosiddetto sistema di «credito sociale», inoltre, fa temere che in un futuro non troppo lontano ogni singola azione di ogni singolo cittadino venga vagliata dallo Stato. Se per la maggior parte dei cinesi questa totale mancanza di privacy è solo un modo per spronare i propri concittadini a comportarsi meglio, per noi è la concretizzazione di quella società distopica descritta dalla serie tv britannica Black Mirror

 

(1)   https://www.statista.com/statistics/864838/video-surveillance-market-size-worldwide/

(2)   https://www.comparitech.com/vpn-privacy/the-worlds-most-surveilled-cities/

(3)   https://www.sixthtone.com/ht_news/1004916/China%20Institutes%20Mandatory%20Face%20Scanning%20for%20New%20Mobile%20Users

(4)   http://www.miit.gov.cn/n1146295/n1652858/n1652930/n3757016/c5960820/content.html

(5)   https://technology.ihs.com/Services/612219/ai-analytics-in-video-surveillance-intelligence-service-annua

(6)   https://carnegieendowment.org/2019/09/17/global-expansion-of-ai-surveillance-pub-79847l

(7)   https://emplus.egeaonline.it/it/140/china-watching/962/cosa-c-e-nella-nuova-via-della-seta

(8)   https://emplus.egeaonline.it/it/140/china-watching/1020/il-lato-oscuro-di-pechino

(9)   https://emplus.egeaonline.it/it/140/china-watching/919/huawei-alla-guerra-del-5g

(10) http://epaper.oeeee.com/epaper/A/html/2019-12/06/content_52097.htm

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