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Carmine Tripodi

Servono piccole innovazioni per pensare in grande

Quante volte sarà capitato a ciascuno di noi, in questi anni difficili, di interrogarsi sulle possibilità delle imprese italiane di continuare ad essere protagoniste nel nuovo millennio, sulla possibilità che il ‘calabrone’, che così bene ha rappresentato la metafora dello sviluppo economico italiano, possa continuare ‘a volare’. Di sicuro, anche in un futuro che cambia a ritmi folli, qualcuno ci dovrà pur essere a fornire prodotti e servizi ai cittadini di tutto il mondo e questo, in qualche modo, ci rassicura.

Ma come saranno fatti i nuovi protagonisti della competizione, quelli che diventeranno i nuovi punti di riferimento per clienti e concorrenti?

Credo che la ricetta non possa averla nessuno, ma sono altrettanto convinto che il coraggio delle idee e la capacità di innovare possano essere una porta d’ingresso privilegiata per entrare in questo nuovo mondo.

bussolaThrough innovation towards the future, lo slogan che ben descrive questo percorso. E’ la storia che ce lo dice. La storia di tante aziende di successo che sono riuscite a trasformarsi, a creare modelli originali, a sviluppare nuovi prodotti e, per questa via, a guadagnare spazio rispetto ai concorrenti. La storia di tanti imprenditori che sono riusciti a vedere opportunità di business prima di altri, ad aggregare le risorse necessarie, a creare valore per sé e per la comunità.

E non può sorprendere che l’innovazione sia il motore dello sviluppo. Guardando indietro a quanto già accaduto, le innovazioni hanno un incredibile fascino in sé. Il fuoco, la ruota, l’energia elettrica, la radio, la stampa, l’automobile, l’aereo, le armi, i medicinali, il computer, il web hanno cambiato il mondo e la vita di tutti i giorni, oltre che il destino delle aziende.

Oltre il fascino dell'innovazione dirompente

Proprio perché abbiamo in mente questi grandi eventi, è quasi naturale associare l’innovazione alle grandi cose, alle scoperte, ai nuovi prodotti, a qualcosa che se non fai l’inventore appare lontano da te. Quasi che l’innovazione sia qualcosa che ti può cambiare la vita, ma di cui non sei l’artefice. Con il rischio di aprire il fianco a una sorta di ‘fatalismo’ e di rimanere in attesa che qualcosa accada, al limite pronti a salire sul nuovo carro dei vincitori.

A guardare bene, però, ci si accorge che innovazione è anche altro. Non è associata solo al prodotto, non si identifica solo con eventi dirompenti; in altre parole, non deve necessariamente coincidere con la ‘distruzione creatrice’ di schumpeteriana memoria.L’innovazione può essere dappertutto, in ogni piccola cosa. E’ così che si possono sviluppare idee originali nella scelta e nel presidio dei canali commerciali, nelle forme e nei contenuti della comunicazione, nella gestione del rapporto con il personale, nell’apertura alla collaborazione con partner di valore. E’ sempre possibile ricercare un modo innovativo e originale di fare ogni cosa; più efficiente e più rapido, ma anche più allegro e simpatico. Paradossalmente, un approccio che, riducendone la portata, potrebbe quasi svilire il significato dell’innovazione, invece lo esalta.

openinnovationPerché in questo modo l’innovazione è alla portata di tutti, ha a che fare con il contributo di ciascuno, diventa il frutto di una vera e propria ‘cultura dell’innovazione’, che le aziende devono essere in grado di far crescere e alimentare al proprio interno. Questa cultura dell’innovazione diventa un bene prezioso, con un potenziale enorme per le aziende.

Innanzitutto, perché può dar vita a nuovi progetti capaci di generare ricavi incrementali o risparmi di costo. In secondo luogo, perché il lancio di progetti sfidanti crea entusiasmo nelle organizzazioni e, se ben gestite, queste occasioni possono accrescere la motivazione e sviluppare il senso di appartenenza dei collaboratori. Inoltre, perché le aziende dinamiche, che mostrano voglia e capacità di mettersi in discussione hanno maggiore appeal sul mercato. Da una parte, evidenziano migliori possibilità di attrarre risorse giovani e di valore, superando quello che si rivela spesso un grosso punto di debolezza per le imprese di piccole e medie dimensioni; dall’altra, sono più interessanti per aziende terze con cui sviluppare progetti comuni.

D’altronde, quale risorsa di valore, vuoi che sia alla ricerca di una opportunità professionale vuoi che sia alla guida di un’azienda, potrebbe essere affascinato dal dedicare tempo ed energie ad una collaborazione con un partner che non ritenga stimolante?

C'è sempre spazio per innovare

Certo tutto questo non si sviluppa per caso. E’ frutto di professionalità e di competenze che hanno sicuramente profonde radici nella storia e nella tradizione dell’azienda, ma che sono in parte nuove rispetto al passato da un duplice punto di vista.

lampadine

Nuove rispetto ai contenuti, non potendo più l’eccellenza delle competenze essere limitata alla dimensione tecnico-produttiva e alla sfera imprenditoriale, ma dovendo estendersi al marketing, alla finanza e al controllo di gestione, alla conoscenza dei mercati internazionali, alla leadership e alla gestione delle risorse umane, ai processi di governance e a tutti gli altri ambiti della gestione aziendale. Nuove rispetto al processo, perché trasformare un, seppure ampio e profondo, portafoglio di risorse e di competenze in nuove idee e nuovi progetti richiede un approccio più aperto e trasversale.

Serve un’azienda che non escluda di aprirsi al confronto con partner esterni di valore, che sia in grado di avvicinarsi alle fonti che generano conoscenza anche laddove dovessero essere al di fuori dei confini locali, che sia in grado di ascoltare e reinterpretare i segnali del mercato, che riesca a favorire il confronto tra aree e funzioni aziendali distinte, che sia in grado di stimolare i collaboratori a fornire un contributo non solo operativo. E’ in parte un lavoro nuovo o, meglio, un nuovo modo di interpretare il lavoro, a cui occorre abituarsi, che richiede sistematicità di approccio, ma che può dare risultati interessanti.

E allora forse vale la pena provare.

Anche perché, se è vero che intraprendere un nuovo percorso spaventa sempre un po’ e presenta elementi di incertezza, è altrettanto vero che il futuro è già iniziato e le cose ‘vecchie’ che rimangono in soffitta, corrono il rischio di essere buttate via!

carmine tripodi