Appunti del direttore

08/06/2017 Giovanni Fattore

Perché economia e salute vanno a braccetto

Il Festival dell’Economia di Trento si è ormai affermato come un importante «ponte» tra la ricerca in ambito economico e la società civile. A pochi giorni dalla sua conclusione, ospito qui un commento all’evento di Giovanni Fattore, professore presso l’Università Bocconi e membro del comitato editoriale di E&M (GC).

Può sembrare una scelta strana, quella di avere dedicato il 12° Festival dell’Economia di Trento alla «Salute Diseguale». Qualcuno avrà sicuramente pensato che si tratta di un argomento non abbastanza economico. E invece no: lo svolgimento del Festival ha chiaramente mostrato come la salute sia un tema centrale per gli economisti, per i sistemi economici e per chi voglia capire il mondo in cui viviamo.

La diseguaglianza è da qualche anno ormai grande oggetto di dibattito non solo in economia, ma anche in epidemiologia, sociologia e nelle altre discipline sociali. La differenza del PIL pro capite tra i paesi è diminuita negli ultimi vent’anni e la povertà assoluta notevolmente ridotta, ma la distanza tra i più poveri e i più ricchi è aumentata così come sono cresciuti, in molti paesi, i divari in termini di salute. Le fasce più istruite e benestanti in praticamente tutti i paesi, ricchi e poveri, fumano meno, sono a minor rischio di obesità, vivono più a lungo e hanno vite più soddisfacenti. Sono temi che sono stati al centro di numerosi contributi nel corso del Festival, a partire da quelli di Sir Michael Marmot, celebre tra l’altro per il suo rapporto sulla diseguaglianza di salute nel servizio sanitario inglese, o di Ilaria Capua, ex  parlamentare e adesso direttrice di un Dipartimento dell’Università della Florida, che ha illustrato sue ricerche in grado di mettere assieme ambiente, salute animale e salute umana.

Come è emerso con forza, le misure di salute sono di fondamentale importanza per gli economisti. In fondo, se la loro aspirazione è studiare il benessere, gli economisti dovrebbero valutare le politiche sempre più in base a misure hard, come la mortalità o la qualità della vita, piuttosto che in base al semplice PIL, in realtà una misura di mezzo più che di risultato.

Ma come si costruisce una sanità migliore e più efficiente per tutti? Disuguaglianze e criticità dei sistemi sanitari e della loro gestione sono stati al centro di numerosi interventi, anche di relatori della Bocconi. Francesco Billari, per esempio, si è concentrato sulle pari opportunità nella fertilità, mostrando l’esistenza di diseguaglianze importanti non solo tra genitori ma anche tra figli; inoltre ha portato evidenze di come, a parità di altre condizioni, al crescere del numero di fratelli diminuisca la probabilità di laurearsi. Francesco Giavazzi ha presentato il suo libro con Giorgio Barbieri, I signori del tempo perso: un duro richiamo alla necessità di metter mano alla burocrazia pubblica del nostro paese semplificando la normativa e rafforzando i sistemi di rendicontazione dei burocrati nei confronti della politica. Rosanna Tarricone ha introdotto una tavola rotonda sull’innovazione in sanità a cui ha partecipato anche Gianfelice Rocca di Assolombarda. Il mio intervento, infine, ha riguardato le principali criticità per mantenere il servizio sanitario nazionale sostenibile sotto il profilo economico-finanziario. .

Il tema più caldo del Festival sono stati i vaccini, questione che si interseca a sua volta a quella della disuguaglianza: è la scienza a dover guidare le scelte della comunità, per evitare che disinformazione o forme estreme di libertà abbiamo pesanti ripercussioni sui più deboli. Il ministro Lorenzin ha difeso con forza il suo decreto con cui vengono di fatto rese obbligatorie dodici vaccinazioni e ha invitato le regioni a lavorare per renderlo operativo.

Infine, il Festival è stata anche l’occasione per sentire i più grandi economisti del nostro tempo. Jean Tirole, il padre della moderna economia industriale, ha presentato un suo nuovo libro sul bene comune, soffermandosi sul ruolo della responsabilità sociale d’impresa per la crescita e lo sviluppo sostenibile. Oliver Blanchard, probabilmente il più ascoltato tra i macro-economisti contemporanei, ha tenuto la lectio conclusiva prendendo a esempio i mercati (e i non mercati) in ambito sanitario per ragionare sulla salute dell’economia di mercato.

Fattore