Appunti del direttore
Dal Nord Est all’Italia che funziona
Pochi giorni fa è stato presentato dalla Fondazione Nord Est il Rapporto Nord Est 2017, dedicato a Ricomporre crescita e territorio. Il fatto stesso che tutti gli anni venga pubblicato un rapporto di questo tipo mi sembra un elemento importante, da valorizzare: la presenza di un soggetto che promuove nel tempo una riflessione sugli andamenti del territorio è il primo passo per poter elaborare una prospettiva per il futuro.
Nel Rapporto vengono evidenziati molti punti deboli del contesto politico, economico e sociale del Nord Est: dalla mancanza di una visione politica, alla ridotta attrattività di talenti, alla decrescita demografica, fino alla recente, drammatica crisi di due banche importanti per il territorio a causa di mala gestio da parte di qualche presidente e CEO che si credevano onnipotenti.
Allo stesso tempo, nel quadro dipinto dal Rapporto non mancano gli aspetti positivi: dalla crescita, sia pur ridotta, dell’export, ai successi nelle filiere del vino e dell’agroalimentare, o ancora l’accordo sottoscritto dalle nove università del territorio nel quadro del progetto Italia 4.0. è proprio da qui, a mio avviso, che l’economia del territorio può ripartire.
Ma per ripartire occorre anche un cambiamento culturale: diffondere una mentalità più aperta al rischio, all’innovazione, agli investimenti – in una parola, una mentalità più imprenditoriale. Ed è importante far sì che questo genere di mentalità non venga costantemente mortificata da previsioni troppo negative, che poi finiscono per auto-avverarsi.
E per ripartire occorre anche un’alleanza tra Nord-Est e Nord-Ovest, come giustamente ipotizzano gli autori del Rapporto. La strada è quella di cercare di mettere a fattor comune i punti di forza dei due territori. Una sinergia, mi preme sottolineare, che va anche a beneficio del Nord Ovest, che in questo momento ha un grande bisogno di ampliare i confini dell’Italia che funziona: non dimentichiamoci, infatti, che all’estero il nostro paese viene percepito come un tutto unitario, per cui le impressioni (positive e negative) che scaturiscono dal contatto con i singoli territori finiscono per riverberarsi sull’immagine del paese nel suo complesso.