Appunti del direttore

05/10/2016 Guido Corbetta

Turismo 2016: una rondine non fa primavera

Guardando all’estate appena conclusa, uno dei dati più interessanti mi pare l’ottimo risultato della nostra industria turistica. Secondo i primi dati, la stagione estiva 2016 è stata un notevole successo, con una crescita del numero degli arrivi, sia dall’estero sia di connazionali.

Con 3 milioni di occupati e un giro di affari pari al 12 per cento del PIL, il turismo è una risorsa fondamentale per l’economia italiana – un’affermazione scontata solo in apparenza: negli ultimi quindici anni, non sempre il trend dell’industria turistica italiana è stato positivo.

Il dato del 2016, quindi, va senz’altro festeggiato, ma le imprese del settore non devono sedersi sugli allori; a favorire il nostro paese come meta di destinazione ci sono stati infatti anche fattori congiunturali, da quelli di natura geopolitica (i tragici fatti di Nizza e l’instabilità politica sulle coste meridionali e orientali del Mediterraneo) a quelli metereologici. Il passo successivo sta quindi nel consolidare la crescita e renderla stabile nel tempo.

Penso che uno dei fattori chiave in questo senso risieda nello sviluppare una maggiore capacità di fare sistema, come ha evidenziato anche di recente Magda Antonioli su E&MPLUS. Le politiche per il turismo nel nostro paese devono essere meglio coordinate: un esempio è quello delle iniziative prese a livello regionale, che andrebbero portate avanti in sinergia anziché indipendentemente da regione a regione.

Dal punto di vista dell’offerta, il sistema delle imprese alberghiere deve restare diversificato, in modo da rivolgersi ai diversi segmenti del mercato: dalla locanda, al bed & breakfast, all’albergo a cinque stelle di lusso. Anche sotto questo aspetto, in ogni caso, una logica di aggregazione tra gli imprenditori alberghieri consentirebbe alla nostra industria turistica di essere ancor più competitiva e sostenere la crescita nel tempo.

GuidoCorbetta