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La reindustrializzazione dell’Occidente
Con la crisi la macroeconomia è entrata direttamente nei bilanci aziendali. Acquisire consapevolezza e monitorare l’evoluzione degli scenari macro è diventato un obbligo per ogni manager aziendale, molto più che in passato e indipendentemente dalla precisa funzione aziendale svolta. Malgrado i fallimenti degli economisti nel prevedere la crisi, oggi più di ieri conoscere la macroeconomia serve ...
L’incerto effetto delle nuove tecnologie sulla produttività
Negli ultimi trent’anni le riviste accademiche di management e di economia, così come i rapporti pubblici e riservati delle società di consulenza e delle banche di investimento, hanno dato ampio riconoscimento alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione come motore indiscusso della crescita dell’economia. In un famoso discorso del 1998 anche il presidente della Federal Reserve ...
Il Fondo Monetario Internazionale e la grande recessione
Le opinioni espresse sono personali e non riflettono necessariamente quelle dell’istituzione di appartenenza. Si ringrazia Antonio Bassanetti per il contributo fornito alla preparazione di questo articolo e Francesco Daveri per i commenti. Rimango unico responsabile del prodotto finale. Fin dalla sua nascita, nel 1944 a Bretton Woods nel New Hampshire, il Fondo Monetario Internazionale (FMI) ha ...
Le conseguenze economiche degli LBO: lezioni americane
I critici dei fondi di private equity sostengono che le operazioni di acquisizione a debito (leveraged buy-out, LBO) che ne caratterizzano l’attività hanno tre caratteristiche principali. La prima è che le acquisizioni a debito generano rilevanti guadagni privati per i manager coinvolti, per i loro consulenti e per i fondi “locusta” che spolpano le imprese con il minimo apporto di capitale ...
Svalutare nel mondo globale conviene?
Nel dibattito di politica economica nazionale ritorna periodicamente l’idea che la forza dell’euro, risultato della politica monetaria troppo restrittiva della BCE, sia una delle cause del calo di competitività dell’industria europea. E dunque l’idea che il tasso di cambio possa giocare un ruolo chiave nel consentire la ripresa qualora lo stesso sia appropriatamente “aggiustato” al ribasso ...
La Legge di stabilità 2015 e i conti pubblici
Questo pezzo è una versione più estesa dell’articolo “Conti pubblici: cosa ci aspetta nel 2015. E dopo” apparso sul sito web http://www.lavoce.info il 30 dicembre 2014. Per mesi, parlando di conti pubblici, si sono confrontate opinioni molto diverse. Quando il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, presentò la prima versione della Legge di stabilità 2015 a metà ottobre, parlò ...
Stagnazione secolare e politica fiscale
Se la crescita economica nei paesi avanzati è davvero scesa in modo duraturo, siamo tutti più poveri di quanto pensassimo e diventa necessario ridurre la spesa pubblica per evitare gli errori del passato. Insistere con un nuovo stimolo fiscale comporta il rischio di una crisi del debito, che ridurrebbe ulteriormente la crescita.
Ripresa italiana senza industria
La produzione è cresciuta solo dell’1 per cento nel 2015 e resta molto lontana dai livelli pre-crisi. Ci sono però delle profonde diversità tra i vari settori, con alcuni comparti in crescita rispetto al 2008
Il governo prova a vincere la partita
Il peggioramento degli scenari internazionali e della dinamica dei consumi potrebbe pregiudicare l’impegno del governo alla riduzione del rapporto debito/PIL.
La Terza Via, una dolce ma ingannevole utopia
Un nuovo studio mette in evidenza come la storia di successo dei paesi scandinavi abbia preceduto, non seguito, l’instaurazione e ampliamento delle istituzioni dello stato sociale