E&M

2004/1

Giovanni Battista Dagnino

Governance d’impresa: l’avventura di Telecom Italia (1997-2001)

Questo articolo mira a comprendere come l’identificazione del modello di governance sia frutto di una selezione non istantanea e correlata a un processo di sperimentazione. Tale comprensione è supportata dall’esame delle vicende della governance di Telecom Italia nel quinquennio dopo la privatizzazione (1997-2002). Il messaggio che si coglie è che non esiste un modello di governance in assoluto migliore degli altri, ma che ciascuno ha validità limitata ai luoghi e alle fasi di vita delle imprese, alla composizione della proprietà. Si trova riscontro nella recente evoluzione del modello di governance nel caso di TI privata, caratterizzata da momenti di significativa discontinuità: cinque fasi di governance , frequenti cambi dei vertici e dei possessori del capitale di rischio, diverse concezioni manageriali. Negli ultimi anni l’avventura della governance di TI ha coinvolto tutti i grandi gruppi italiani e le loro famiglie di riferimento e alcuni fra i migliori manager in attività. Questa evoluzione ha generato incertezza negli operatori all’interno e all’esterno dell’impresa. Essi hanno reagito alternando momenti di euforia e momenti di panico, che hanno trasmesso forti variazioni e provocato intensa volatilità nell’andamento del titolo, impedendo lo sviluppo di un progetto industriale unitario. Per dimensioni dell’impresa (30 miliardi di euro di fatturato nel 2002 e una capitalizzazione di 42 miliardi di euro nel dicembre 2002), si tratta di un caso esemplare, dove la logica dell’ex monopolista pubblico e un’eccessiva discontinuità di governance e gestionale si sono incredibilmente accoppiate rallentando le potenzialità di sviluppo dell’impresa e frenando le sue straordinarie capacità latenti sia tecnologiche sia competitive.

L'ACCESSO A QUESTO CONTENUTO E' RISERVATO AGLI UTENTI ABBONATI

Sei abbonato? Esegui l'accesso oppure abbonati.