E&M

2002/6

Valeria Gattai

Investimenti diretti esteri in Cina: quali modalità per le imprese italiane?

Gli investimenti diretti esteri, già dai primi anni ottanta, si sono moltiplicati a ritmo sostenuto e, nel 1995, la Repubblica Popolare Cinese diventa il secondo ricettore di IDE, dopo gli USA, e il primo tra i paesi in via di sviluppo. La dimensione del mercato, le potenzialità del territorio e i bassi costi di una manodopera pressoché illimitata sono solo alcune delle innumerevoli attrattive che la Cina offre a chi intende avviarvi il proprio business. Con la legge sulle equity joint ventures del 1979 gli investimenti diretti esteri vengono incoraggiati quali veicolo di crescita, fonte di capitale e sicuro canale per il trasferimento di tecnologia. Gli italiani sono tra i pionieri alla scoperta della Cina e, partendo da sole cinque filiali negli anni ottanta, arrivano, nel 2001, a circa 99 unità produttive in loco. La rilevanza degli investimenti diretti in Cina suggerisce di studiare le modalità di penetrazione del mercato locale.

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