E&M

2009/2

Francesco Bertolini

La caduta dell’altro muro. A colloquio con Massimo Fini

Da quando il sistema finanziario ha manifestato tutte le sue debolezze, con le conseguenze inevitabili sul sistema economico, si sono moltiplicate le analisi sui limiti del sistema globale, sull’etica e le regole nella finanza e negli affari. Tali analisi, nella maggior parte dei casi, vengono presentate dalle stesse persone che fino a poco prima esaltavano i benefici di un sistema globale, fondato sulla crescita infinita della produzione e dei consumi. Ma, come diceva Einstein, “non è pensabile che i responsabili dei problemi siano in grado di trovarne le soluzioni”.#Le analisi sulle ragioni della crisi qualcuno le fa, invece, da molto tempo. Massimo Fini è uno di questi; tutto il suo pensiero e il suo lavoro di giornalista e scrittore sono centrati sulla inevitabilità del fallimento di un sistema fondato sull’industrialismo spinto. È stato difficile fare l’avvocato del diavolo perché, come spesso avviene per i grandi temi, il buon senso è miglior guida di qualunque teoria economica e manageriale. Discutere con lui, specialmente per chi ne condivide sostanzialmente il pensiero, è un momento che alterna le ragioni delle vecchie cassandre a ipotesi di soluzione molto difficili da percorrere ma che non possono essere escluse se non vogliamo che, caduto il muro di Berlino, anche l’altro muro, ben più pesante, del capitalismo, ci rovini addosso con conseguenze disastrose per il mondo intero.

L'ACCESSO A QUESTO CONTENUTO E' RISERVATO AGLI UTENTI ABBONATI

Sei abbonato? Esegui l'accesso oppure abbonati.