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Articolo rivista (E&M - 2015/03) Ferri Giovanni

Una rottamazione avventata

Per vari motivi di metodo e di merito reputo il decreto banche popolari discutibile e dannoso. Nel metodo è mancata una seria discussione su pregi e difetti delle dieci maggiori popolari. La scelta di forzarne la trasformazione in SpA per decreto – per di più con la ‘fiducia’ – è stata improvvida. In primis, è stato mistificatorio accampare l’urgenza di un provvedimento ove neanche i ...

Articolo rivista (E&M - 2015/03) Onado Marco

Popolari: la lunga strada della riforma

Nello scorso gennaio il governo è intervenuto in modo deciso e inusuale sul mondo delle banche popolari, con un decreto che impone a quelle con oltre 8 miliardi di euro di attivo totale di trasformarsi in società per azioni e dunque di abbandonare la loro originale struttura cooperativa, basata in primo luogo sul voto capitario, dunque sulla parità fra soci indipendentemente dal numero di azioni ...

Articolo rivista (E&M - 2015/02) Gatti Stefano

L’ambizione senza radici del piano infrastrutturale

Il tema dell’investimento in infrastrutture è da qualche tempo al centro di un dibattito che coinvolge autorità di regolamentazione, operatori industriali, investitori finanziari. A fronte di un fabbisogno di infrastrutture stimato per l’Unione Europea in circa 2.000 miliardi di euro fino al 2020 e considerando i rigidi limiti imposti dal patto per la stabilità e il fiscal compact negli ...

Articolo rivista (E&M - 2012/06) Perrone Vincenzo, Soda Giuseppe

Riorganizzare per riformare. Il disegno di una PA efficace ed efficiente

Un vecchio e popolare slogan pubblicitario che molti lettori ricorderanno recitava: “Basta la parola”. In un periodo di conflitti molto acuti che attraversano le componenti vitali della nostra società, basta la parola “riforma” per mettere tutti d’accordo. Eppure, si tratta di una parola piuttosto ambigua e non è detto che riforma coincida necessariamente con miglioramento. Un esempio ...

Articolo rivista (E&M - 2011/03) Perrone Vincenzo

E il Piave smise di mormorare. Capitale straniero e sviluppo italiano

Proprio mentre sui balconi d’Italia garrivano festosi bandiere e gagliardetti tricolore a celebrare l’unità nazionale, sul mercato si leggevano chiari i segni di una nuova invasione. Fatta per fortuna non al suono delle fanfare e al ritmo omicida delle mitragliatrici, ma al dolce e ipnotico fruscio dei capitali. Tra i principali esportatori degli stessi: i nostri cugini d’Oltralpe. Ai quali ...