Appunti del direttore

18/01/2017 Guido Corbetta

Luxottica: una bella fusione, non una brutta vendita

Una fusione, non una vendita: così è a mio avviso corretto descrivere l’operazione che porterà Luxottica, l’azienda di montature per occhiali di Agordo, ed Essilor, impresa francese attiva nella produzione di lenti, a costituire un nuovo gruppo leader nel settore dell’occhialeria, con più di 140.000 dipendenti, una capitalizzazione di circa 50 miliardi di euro e una quota di mercato globale stimabile attorno al 20 per cento.

Per l’azienda fondata e tuttora capitanata da Leonardo Del Vecchio si tratta di uno sviluppo importante, e potenzialmente molto positivo, che mi ricorda per certi la fusione tra Fiat e Chrysler. Con un pacchetto pari al 31-38 per cento delle azioni del nuovo gruppo, Delfin, la holding della famiglia Del Vecchio, ne diverrà il chiaro socio di maggioranza.

Soprattutto, la fusione potrà contribuire in maniera decisiva a facilitare il processo di passaggio generazionale al vertice di Luxottica. Il nuovo assetto del gruppo consentirà infatti di distinguere in maniera più netta tra proprietà e management, separando le vicende interne alla famiglia di riferimento dalle sorti delle due aziende coinvolte. Grazie alle risorse provenienti da Essilor, inoltre, il gruppo disporrà di un mercato manageriale interno notevolmente allargato per il conferimento degli incarichi di maggiore responsabilità.

In passato avevo riscontrato qualche criticità nel passaggio generazionale all’interno di Luxottica, così come di altri grandi gruppi italiani. La strada intrapresa da Leonardo Del Vecchio con questa fusione mi sembra rappresentare un ottimo esempio di come si possa preparare una successione al vertice di una grande azienda all’insegna di continuità, crescita e apertura internazionale. I risultati andranno naturalmente valutati nel lungo periodo, ma le premesse per la nascita di un grande gruppo leader nel mondo con una forte presenza italiana mi pare ci siano tutte.

GuidoCorbetta