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22/06/2016 Davide Reina

Aut tace, aut loquere, meliora silentio

(Taci, a meno che il tuo parlare non sia meglio del silenzio)

A proposito dell’importanza del non parlare inutilmente

Questo motto, riportato su un quadro di Salvator Rosa, e attribuito a Pitagora dallo scrittore greco Stobeo, rappresenta una norma di comportamento di fondamentale importanza per l’impresa contemporanea. Che è spesso vittima di troppe riunioni nelle quali troppe persone parlano di troppe cose, che non conoscono. Il risultato finale di questa pessima abitudine è una gigantesca perdita di tempo, accompagnata da una velocità d’azione degna di quella di una tartaruga. Il tutto, giustificato da una supposta e generalizzata necessità di coinvolgimento e convincimento del management, che finisce per creare un’altra brutta abitudine ancora più pericolosa della prima: quella delle micromafie manageriali - micromafie il cui unico e vero obiettivo è la preservazione delle rispettive aree di potere, a discapito di quella che invece sarebbe «la cosa buona e giusta» da fare nell’interesse collettivo dell’impresa.

Anche qui, anni e anni di pseudoletteratura manageriale hanno alimentato falsi miti. Come quello della indispensabilità della cooptazione ai fine di un’efficace motivazione del management. Oppure quello del teamworking quale principio e fine di qualsiasi cosa buona che si possa fare dentro a un’impresa. Allontanando così la prospettiva da quella che invece è una caratteristica peculiare dell’impresa: il suo essere un organismo sociale e collettivo che, per funzionare, deve essere «giusto e vero» al suo interno. E deve, quindi, dare a ciascuno dei suoi «cittadini» ciò che si merita. Il merito in un’impresa non può essere troppo diluito dentro al collettivo, perché a quel punto esso finisce per essere attribuito alla corrente di potere più forte, invece che a colui al quale esso veramente spetta. Per questa ragione, il merito deve essere saldamente ancorato all’individuo. Oneri e onori: a ciascuno il suo, come diceva il vecchio Rizzoli. L’impresa, infine, si garantisce una prosperità costruendo nel futuro. Per questo è fondamentale premiare l’agire e non il parlare. Per questo è ora di finirla con questo pensiero convenzionale secondo cui l’abilità verbale e quella nell’interagire sarebbero quasi le uniche cose che contano per un manager eccellente, e incominciare invece a premiare coloro che, tacendo, fanno.

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